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“Si tratta di rendere più forte la nostra società”

di Fabio Germani

Eppur qualcosa, nel campo dei diritti civili, si muove. Qualcosa però, è meglio ribadirlo. Perché se è vero che la Francia “socialista” di Hollande e la Gran Bretagna “conservatrice” di Cameron aprono alle nozze gay, altrettanto è vero che in Russia è stata recentemente respinta la “propaganda omosessuale” così come la Polonia ha bocciato tre proposte di legge sulle unioni civili. Ma andiamo per gradi.
Il primo sì di Londra è giunto nella serata di martedì: la Camera dei Comuni ha approvato il progetto di legge che autorizza i matrimoni tra persone dello stesso sesso con 400 voti favorevoli e 175 contrari. Il voto segue quello francese di sabato, per cui l’Assemblea nazionale ha approvato l’articolo 1 del progetto di legge che legalizza la medesima materia. Non senza qualche resistenza particolarmente accentuata, in quest’ultimo caso.
Durante la campagna elettorale, l’attuale inquilino dell’Eliseo aveva promesso un intervento volto a favorire tutti i tipi di relazione sentimentale. E altrettanto aveva auspicato, diversi mesi fa, il premier britannico David Cameron. Chi pensa che la cosa possa avere poco senso, verrebbe presto smentito dalla retorica conservatrice d’oltremanica. La teoria è: “Sosteniamo i matrimoni gay proprio perché conservatori”. “Il matrimonio si è evoluto nel tempo e noi crediamo che aprirlo alle coppie dello stesso sesso rafforzerà, non indebolirà l’istituzione”, hanno scritto a questo proposito in una lettera pubblicata mercoledì dal Daily Telegraph, il ministro delle Finanze George Osborne e quelli degli Esteri William Hague e dell’Interno Theresa May, tutti e tre importanti esponenti tories.
A rincarare la dose, Cameron in persona: “Oggi è un giorno importante. Io credo fortemente nel matrimonio, aiuta le persone ad impegnarsi l’una con l’altra e penso che sia giusto anche per gay potersi sposare. Si tratta di parità. Ma anche di rendere più forte la nostra società. Vi sono forti opinioni dalle due parti della questione. Ma penso sia un importante passo avanti per il nostro Paese”.
La vecchia Europa ha visto scardinare alcuni pilastri – o presunti tali – nel 2004, quando nella “cattolicissima” Spagna il governo Zapatero approvava le unioni di fatto e il matrimonio omosessuale. Da allora il dibattito si è esteso un po’ in tutto il continente, tra strappi e aperture. In Italia, il tema è di quelli spinosi. E per quanto si registrino, in pieno periodo elettorale, posizioni più disponibili ad un confronto allargato, l’argomento resta ancora tabù per molte forze politiche. Tuttavia, anche nel mondo cattolico si inizia a scorgere una qualche forma di apertura, seppure eccessivamente timida. Come la pensano gli italiani? In linea con il cambiamento: il 77,2% dei cittadini è favorevole alla tutela giuridica per le coppie di fatto, stando ai dati raccolti dall’Eurispes nel Rapporto Italia 2013. La tutela giuridica, spiega l’istituto di ricerca, “accoglie il consenso di coloro che hanno preferenze politiche di sinistra (centro-sinistra 85,1%, sinistra 86,1% ); prendono invece le distanze gli italiani che prediligono le forze di centro (67,8%) e quelle di destra (destra 68,9% e centro-destra 71,7%)”.

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