La Chiesa attende l’ultimo Angelus di Benedetto XVI | T-Mag | il magazine di Tecnè

La Chiesa attende l’ultimo Angelus di Benedetto XVI

di Rosalba Teodosio

Papa Ratzinger si prepara a firmare un Motu proprio ad hoc che dovrebbe uscire nell’arco di qualche giorno, ovviamente prima dell’inizio della sede vacante, che consentirà ai cardinali di avviare in tempi più rapidi il Conclave.
“Possiamo essere tranquilli che un eventuale Motu Proprio toccherebbe solo punti di precisazione non sostanziali” – ha chiarito ieri mattina il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ai giornalisti che gli chiedevano i dettagli di quello che è, con ogni probabilità, l’ultimo atto del Papa. E’ necessario aspettare di “avere il documento – ha esortato padre Lombardi – per verificare che non riguarderà aspetti sostanziali, ma solo punti da precisare alla luce dell’esperienza del precedente Conclave del 2005. Non è – per esempio – che negli ultimi giorni il Papa potrà fare altri cardinali, quelli che sono sono”. Ancora: “Se e quando il documento verrà pubblicato lo vedremo. A me risultava, ad esempio, lo studio di qualche punto di dettaglio per la piena armonizzazione con un altro documento che riguarda il Conclave, cioè l’Ordo Rituum Conclavis. In ogni caso la questione dipende dalla valutazione del Papa e se vi sarà questo documento verrà reso noto nel modo opportuno”.
E d’altronde, l’inaspettata decisione di Benedetto XVI di abdicare ha creato un una situazione inedita, da chiarire insomma. Se è vero infatti che la norma attuale stabilisce, nella costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, che la Cappella Sistina apra le sue porte agli elettori non prima di 15-20 giorni dopo l’avvio della sede vacante (abitualmente in seguito al decesso del pontefice), è pur vero che nei giorni scorsi, padre Federico Lombardi, non ha escluso un anticipo dell’inizio del Conclave. La questio “è stata posta anche da diversi cardinali e attendiamo risposta autorevole appena questa sia disponibile” – ha ricordato il gesuita. “La situazione è un po’ diversa da quella precedente, in cui la convocazione dei cardinali veniva fatta quando già la sede era vacante, mentre in questo caso con la comunicazione della rinuncia fatta alcune settimane prima e l’annuncio di avvio della sede vacante in anticipo, i cardinali sono già consapevoli e possono prepararsi a venire a Roma con più tempo. Nell’eventualità che siano già arrivati, non c’è più nessuno da aspettare e si può interpretare la costituzione apostolica in modo differente”.
Intanto, mentre la burocrazia vaticana compie nuovi passi e si appresta ad auto-modificarsi, tutto viene preparato per l’ultimo Angelus di Benedetto XVI: un apparato di massima sicurezza, con l’incremento dei portali metal detector in diversi punti di piazza San Pietro e oltre 600 uomini saranno impegnati domenica prossima dalla Questura di Roma. Artificieri, polizia e carabinieri sono occupati già da sabato notte nell’attività di bonifica della zona, con controlli capillari per scongiurare qualsiasi rischio terroristico.
Decine di migliaia di fedeli si preparano a dire addio al Pontefice che ha deciso di farsi da parte e di ritirarsi a vita privata, a pregare per colui che sarà chiamato a sedere dopo di lui alla cattedra di Pietro. E risuonano ancora le parole di Benedetto XVI di domenica scorsa: “Nei momenti decisivi della vita ma, a ben vedere, in ogni momento, siamo di fronte a un bivio: vogliamo seguire l’io o Dio? L’interesse individuale oppure il vero Bene, ciò che realmente è bene? Non bisogna strumentalizzare Dio per i propri fini, dando più importanza al successo e ai beni materiali”.
Un monito al mondo, agli uomini, alla modernità, a tutti e a ciascuno. E un monito, forse, alla sua chiesa. Quella che lascia per guidare in maniera nuova. Quella che oggi resta ancora così divisa sulla scelta del suo pastore.

 

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