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La crisi vista con gli occhi delle donne

donne_lavoro_crisi_economicaLa crisi economica sta peggiorando le condizioni delle famiglie. Ed è partendo da questo presupposto che l’Eurispes ha svolto un’indagine per capire come le donne, in particolare, affrontano il momento di difficoltà. E il quadro che emerge non è certamente dei più lusinghieri: nella maggior parte dei casi, le donne denunciano una situazione economica nettamente peggiorata rispetto agli scorsi anni. Questa fetta di pessimismo è condivisa dal 66,4% del campione intervistato.
Leggermente più ottimista il 17,1% delle donne, che ritengono la situazione economica del Paese solo un po’ peggiorata. C’è un 7,5% che ritiene che la situazione sia rimasta stabile mentre addirittura il 7,3% e lo 0,9% la ritengono, rispettivamente, un po’ e nettamente migliorata.
Un pessimismo che a come base l’impossibilità di risparmiare qualcosa per il futuro dovuto soprattutto all’aumento del carico fiscale. Ma andiamo con ordine.
Il risparmio viene considerato tabù dall’81,8% delle intervistate, mentre il 62,2% ammettono si di essere riuscite a risparmiare. Eppure riferiscono anche di dover utilizzare i risparmi per le spese necessarie al sostentamento della famiglia. Segue di conseguenza un 40,2% che incontra difficoltà per saldare le rate del mutuo per la casa e un 34,3% che dichiara di non riuscire ad onorare il pagamento del canone d’affitto.
Per quanto riguarda il carico fiscale, il 40,5% delle donne indica un netto aumento del carico fiscale sostenuto nell’ultimo anno dalla propria famiglia. Il 27,6% dichiara di aver riscontrato invece un live aumento.
Per il 50,3% del campione intervistato, per riattivare i consumi e riaumentare le possibilità economiche dei cittadini, basterebbe diminuire il carico fiscale.
Se si dovesse trovare alla guida del Paese il 91% delle donne metterebbe al primo posto tra gli interventi non più rinviabili l’aumento delle pensioni minime, seguito dal 90,3% che introdurrebbe nuove politiche a sostegno delle imprese, per l’88,6% bisognerebbe invece tutelare maggiormente i lavoratori e l’88,5% aumenterebbe gli investimenti in ricerca e sviluppo.
Se dovessero fare altri interventi, sempre in sede di governo, l’87,2% delle donne procederebbe con la riforma della legge elettorale, l’86,9% introdurebbe meccanismi per la redistribuzione delle ricchezza, l’85,9% si batterebbe per il rientro dei capitali dall’estero e l’83% per la modifica dei meccanismi di accesso al credito.
La retribuzione è spesso causa di frustrazione tra le donne – sottolinea Eurispes -: a non essere soddisfatte di questo aspetto del lavoro sono il 50,9% delle donne (32,2% poco e 18,7% per niente) a fronte del 49,1% di quante si dichiarano abbastanza (44,2%) e molto soddisfatte (solo il 4,9%). Inoltre, altra causa di preoccupazione tra le donne italiane è la mancanza di opportunità per valorizzare le competenze acquisite nel percorso formativo. Ben il 63,2% delle donne non è soddisfatta delle possibilità di carriera; di queste il 26,5% non lo è per niente e, di contro, solo nell’8,5% dei casi le lavoratrici dichiarano di essere molto soddisfatte di poter crescere professionalmente.
Quasi il 40% delle lavoratrici non si sente valorizzato per le proprie capacità (26,5% poco e ben il 13,1% per niente) e difficilmente si riscontra una convergenza tra i propri interessi o aspirazioni personali e la professione lavorativa (è così per il 43,1% delle intervistate: 15,5% per niente e 27,6% poco), oppure affinità con il percorso formativo (50,2%)”.

occhi_donnaPer il 38,5% delle lavoratrici la causa principale dello stress deriva dalla propria occupazione, mentre il 55,5% risponde di avvertire stress qualche volta. Tra le cause di malessere spicca il dover rispettare importanti scadenze lavorative, per il 61,3% e il dover sostenere carichi di lavoro, per 54,1%.
Il 65,7% delle lavoratrici è pessimista in quanto al proprio futuro: dichiara infatti di non essere in grado di fare progetti il 24,4%. “Nella situazione attuale- continua Euripses -, il 63,2% non è poi nelle condizioni economiche/finanziarie per sostenere spese importanti. Di conseguenza, per far fronte alle spese il 38,2% delle lavoratrici afferma di essere costretta a dover cercare un’altra occupazione (abbastanza 28,3% e molto 9,9%). Se il 42,4% può ancora rinunciare a chiedere un aiuto alla famiglia, il 29% dichiara di rivolgersi in parte a parenti e genitori per affrontare le difficoltà quotidiane, mentre è un comportamento che perseguono abbastanza il 19,1% delle intervistate e molto il 9,5%. Le difficoltà nel sostenere spese di rilievo sono particolarmente evidenti per coloro che abitano nelle regioni del Nord-Est e del Sud (che dichiarano di non poter affrontare tali spese rispettivamente nel 32,4% e nel 23,9% casi), seguite da quelle che vivono al Centro e nelle Isole (poco: 48,2% e 47,6%). Sembrano vivere una situazione migliore le donne di 35-40 anni (35,9%) che risiedono nelle regioni del Nord-Ovest e nel Sud (abbastanza rispettivamente nel 33,7% e nel 30,4%)”.
Per il 76,6% delle italiane intervistate il proprio potere di acquisto è calato nell’ultimo anno. “Il 20,5%- si legge – ha riscontrato solo in misura contenuta una riduzione del proprio potere d’acquisto, il 2,9% per niente. Nell’ultimo anno il 92,4% del campione di italiane ha acquistato più prodotti in saldo, il 91,6% ha ridotto le spese per i regali, il 90,3% ha cercato punti vendita più economici per l’acquisto di vestiti, l’89,3% ha ridotto le spese per i pasti fuori casa, l’88,1% ha ridotto le spese per viaggi e vacanze, l’88,1% ha cambiato marca di un prodotto alimentare se più conveniente, l’86,5% ha ridotto le spese per gli articoli tecnologici. Il 74,5% ha cercato punti vendita più economici per l’acquisto di prodotti alimentari.
Quote rilevanti ma meno elevate di intervistate hanno ridotto le spese per la benzina usando di più i mezzi pubblici (52%); il 38,2% si è rivolto per le sue spese al mercato dell’usato”.

Tra le spese indispensabili per il 39,9% delle donne italiane ci sono soprattutto prodotti alimentari di qualità. Al secondo posto si collocano gli spostamenti su mezzo privato indicati dal 18,7% del campione, al terzo i viaggi con il 12%. Il 5,4% non vorrebbe fare a meno degli abiti di marca, il 5,2% degli articoli tecnologici, il 2,9% di trattamenti estetici e articoli di profumeria e il 2,7% di svaghi e divertimenti.
L’evidente crisi di liquidità ha portato il 30,9% delle donne a rivolgersi al credito al consumo, acquisti a rate, mentre il 31,6% ai compro oro. Per tentare di incrementare le entrate il 29,9% delle donne ha svolto servizi presso conoscenti per incrementare le proprie entrate, come assistenza ad anziani, servizi di sartoria, babysitter, vendita di oggetti autoprodotti, pulizie o giardinaggio. Il 27,3% ha invece venduto beni/oggetti su canali online di compravendita: “il 61,7% delle donne che navigano abitualmente, riporta Eurispes, sono iscritte ad almeno un gruppo d’acquisto, il 38,3% a nessuno. In particolare, il 32,2% ha fatto anche concretamente acquisti attraverso uno di questi gruppi, il 29,5% si è invece fermata all’iscrizione senza fare acquisti. Il 29%, pur non essendo iscritta, sa di cosa si tratta, mentre il 9,3% non sa cosa siano.
I prodotti/servizi più acquistati dalle donne tramite gruppi online sono i pasti (pranzi, cene, aperitivi), comprati dalla metà delle intervistate che hanno fatti acquisti; seguono trattamenti estetici e pacchetti benessere (47,7%); viaggi (37%); apparecchiature tecnologiche (30%). Il 25,9% ha acquistato biglietti per spettacoli/mostre, il 19,3% visite mediche, il 15,2% corsi, il 13,6% prodotti alimentari. Il 21% ha comprato altri prodotti/servizi”.

 

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