Un panino al costo di un caffè
Costava un euro dal 2004, l’hamburger di McDonald’s. Ora l’azienda prova ad andare incontro ai consumatori, in tempo di crisi, abbassando di dieci centesimi il costo del panino simbolo della grande catena, portandosi quindi a novanta cent.
McDonald’s afferma che il calo di prezzo avverrà senza però cambiare ricetta e qualità del panino. In una McNota dell’azienda si legge che “anche questo vuole essere un modo per ascoltare i suoi clienti e i loro bisogni. L’azienda, in un periodo economico difficile, ha deciso di dare un segnale molto concreto di vicinanza ai consumatori”.
Nel comunicato l’azienda ricorda anche che ogni anno McDonald’s, serve ai suoi clienti italiani “quasi venti milioni di hamburger, il panino più semplice di McDonald’s ma anche il più famoso, dopo il Big Mac. La maggior parte dei clienti sono giovani di età compresa tra i 14 ed i 24 anni”. L’hamburger di McDonald’s costerà dunque come un caffè.
La normalità ordinerebbe, vista l’inflazione e l’aumento dei costi delle materie prime, un’adeguamento dei prezzi, ma la multinazionale, con lo sconto, dimostra di voler “continuare a prestare attenzione a quel segmento di clientela che si rivolge ai suoi ristoranti cercando il miglior rapporto qualità/prezzo”. La Stampa giustamente si chiede “se si tratta di una mossa legata solo alle specificità della crisi italiana o più globale”.
“A quel punto – prosegue – si chiarirà anche se lo sconto sul panino più semplice di McDonald’s possa intervenire come tema ad esempio nel dibattito sull’euro o sul costo della vita in Italia. Non va dimenticato, infatti, che il più celebre panino della multinazionale, il Big Mac, è utilizzato in un noto e semi serio strumento di misurazione del potere di acquisto delle valute mondiali elaborato dall’Economist: si chiama Indice Big Mac e viene aggiornato annualmente (da quest’anno ne esiste anche una nuova versione interattiva). È formulato assumendo come valida la teoria della parità di potere di acquisto, cioè che i tassi di cambio tra le diverse valute dovrebbero tendere a un identico prezzo in tutto il mondo per uno stesso paniere di beni e servizi, e viene citato di frequente dagli economisti”.