Bernini, Medusa, amore e morte
Attualmente presso la Pinacoteca Comunale Francesco Podesti di Ancona si sta svolgendo una mostra dal titolo “Medusa tra luce ed emozione” (dal 24 febbraio 2013 al 28 aprile 2013) che indaga l’opera dello scultore, architetto e pittore Gian Lorenzo Bernini.
La mostra dossier, appositamente studiata per la Pinacoteca da ComunicaMente (associazione culturale), curata da Costanza Costanzi (Direttrice della Pinacoteca) e il supporto di Giovanni C. F. Villa, promossa da Scuderie del Quirinale e Musei Capitolini di Roma nell’ambito del progetto territoriale Tiziano Grand Tour, resa possibile grazie ad uno scambio culturale tra la Pinacoteca di Ancona che ha concesso in prestito alle Scuderie del Quirinale due importanti opere di Tiziano “La Pala Gozzi” (1520) e la “Crocifissione” (1555) conservata nella chiesa di San Domenico, e i Musei Capitolini di Roma, custodi del capolavoro di Bernini.
Dopo i recenti restauri che hanno restituito l’antico splendore la scultura e dopo un viaggio negli States dove ha riscosso il meritato successo, lo splendido “Busto di Medusa” (realizzata tra il 1638 e il 1648 da Gian Lorenzo Bernini) custodito ai musei Capitolini inaugura i nuovo spazi della Pinacoteca Civica di Ancona
Il percorso espositivo ripercorre la storia della passione tra Gian Lorenzo Bernini e la nobildonna Costanza Piccolomini Bonarelli (moglie dello scultore Bonarelli, collaboratore di Bernini in San Pietro), appartenente alla nobile famiglia anconetana, le cui sembianze secondo recenti interpretazioni sarebbero raffigurate nel volto della Medusa attraverso un ricco apparato illustrativo e didattico e un allestimento multisensoriale, realizzato grazie al prezioso contributo di Hera comm marche, che comprende un innovativo sistema di illuminazione a LED, una partitura musicale a tema, e un bouquet di profumi appositamente studiato per l’occasione. Una nuova modalità espositiva che permette al visitatore di fruire la mostra in maniera nuova, potenziata e soggettiva, e di interpretare l’opera in base alla propria sensibilità e background culturale.
Una storia d’amore e tradimenti, quella tra Bernini e Costanza, che rischiò di trasformarsi in tragedia quando lo stesso scultore scoprì che Costanza concedeva le sue attenzioni anche al fratello. Di questa vicenda rimane traccia in una coppia di opere realizzate dall’artista con le sembianze dell’amata: il busto di Costanza custodita al Museo del Bargello di Firenze e quello di Medusa che raffigura Costanza/Medusa colta nell’attimo dell’inattesa metamorfosi. Questa straordinaria opera ha come soggetto il mito citato nelle Metamorfosi di Ovidio, la bella Medusa, una delle sorelle Gorgone, è catturata nel terribile processo che la trasforma in un mostro. I suoi capelli si stanno trasformando in serpenti guizzanti, castigo di Minerva per aver avuto una relazione con Nettuno, dio del mare. Come parte della punizione lo sguardo di Medusa è trasformato in uno strumento di morte capace di rendere pietra chiunque lo incroci. Notoriamente Perseo vinse la maledizione di Medusa cercando il suo riflesso in uno scudo e quindi decapitandola.
La rappresentazione del Bernini non descrive questo incidente, ma piuttosto l’agonia della prima trasformazione di Medusa: il suo volto è contorto dal dolore e la sua bocca è aperta come a gridare. La cosa che sorprende nell’interpretazione e che trasmette la passione, l’emozione e l’umanità del momento, piuttosto che gli aspetti mostruosi e terribili di Medusa trattati dagli artisti e dagli scultori giunti prima di Bernini a raccontare il mito. Questo perchè l’opera è nata in un periodo triste quando l’artista era in disgrazia presso la corte papale di Innocenzo X Pamphilj, venne allontanato dalla corte pontificia e la sua fama temporaneamente oscurata. Bernini con questa opera voleva rimarcare tutto il potere della scultura e il valore dello scultore.
I visitatori attraverso la mostra possono ripercorrere la storia d’amore e di passione da cui l’opera e nata.
In occasione della mostra sarà inoltre possibile per i gruppi visitare in anteprima la nuova suggestiva ala della Pinacoteca, frutto di uno straordinario intervento architettonico che sposa la nuova tecnologia con gli storici ambienti del 600: scale sospese nel vuoto, grandi vetrate, spazi aperti rendono questo luogo davvero unico.
L’esposizione rientra nell’ambito del progetto di ricaduta territoriale Tiziano Gran Tour, connesso alla retrospettiva Tiziano alle Scuderie del Quirinale, che intende dar vita ad un articolato insieme di iniziative espositive e di valorizzazione territoriale incentrate sulla figura e sulle opere di Tiziano.