I saggi: “Il finanziamento pubblico ai partiti non va eliminato”
“Ineliminabile”. I dieci saggi hanno così definito “il finanziamento pubblico” ai partiti, spiegando tuttavia che i fondi vanno assegnati alle forze politiche “in forma adeguata e con verificabilità”.
“Occorre prevedere negli statuti dei partiti norme specifiche per garantire la democrazia interna. È opinione del gruppo di lavoro”. Questo è quanto si legge nella relazione consegnata al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, da parte dei cosiddetti saggi.
La legge sul finanziamento dei partiti “sia troppo generica e rischi di dar luogo ad incertezze e contenziosi. Pertanto, appare opportuno proporre che ogni statuto preveda, per rispondere ai requisiti di democraticità richiesti dalla Costituzione: a) gli organi dirigenti elettivi; b) le procedure deliberative che prevedano adeguata interazione tra iscritti e dirigenti nella formazione degli indirizzi politici; c) gli organi di garanzia e di giustizia interni; d) la istituzione dell’anagrafe degli iscritti e le condizioni per l’accesso, che dovrebbe essere garantito a tutti gli iscritti; e) l’equilibrio di genere negli organi collegiali e nella formazione delle candidature; f) le garanzie per le minoranze; g) le procedure per modificare statuto, nome e simbolo del partito”.