Quirinale, Rodotà: “Rimango un uomo di sinistra italiana”
In una lettera inviata a Repubblica, rispondendo all’editoriale di Eugenio Scalfari, Stefano Rodotà ha detto: “Rimango quello che sono stato, sono e cercherò di rimanere: un uomo della sinistra italiana, che ha sempre voluto lavorare per essa, convinto che la cultura politica della sinistra debba essere proiettata verso il futuro. E alla politica continuerò a guardare come allo strumento che deve tramutare le traversie in opportunità.
L’atteggiamento del Pd è stato infantile nel considerare inaccettabile la sua candidatura al Colle perché proposta da Grillo. Un criterio che denota in un partito l’esistenza di un soggetto fragile, insicuro, timoroso di perdere una identità peraltro mai conquistata. Se vogliamo fare l’esame del sangue di costituzionalità, dobbiamo partire dai partiti che saranno nell’imminente governo o maggioranza. Che dire della Lega, con le minacce di secessione, di valligiani armati, di usi impropri della bandiera, con il rifiuto della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, con le sue concrete politiche razziste e omofobe? E’ folklore o agire in se’ incostituzionale?”.
Un’analisi seria del modo in cui si e’ arrivati alla mia candidatura, che poteva essere anche quella di Gustavo Zagrebelsky o di Gian Carlo Caselli o di Emma Bonino o di Romano Prodi, smentisce la tesi di una candidatura studiata a tavolino e usata strumentalmente da Grillo”.