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Il rapporto dell’Ocse sull’economia italiana

ocseSecondo il Rapporto annuale dell’Ocse sull’economia italiana “nel 2012 in Italia è stata sviluppata un’importante azione di risanamento fiscale, ma i risultati ottenuti grazie alle recenti riforme strutturali devono essere consolidati attraverso l’implementazione di ulteriori misure volte a promuovere la crescita e migliorare la competitività, affinché il Paese possa intraprendere la strada di una crescita sana”.
“A fine 2014 – si legge – il debito pubblico totale in Italia si potrebbe attestare attorno al 134% del Pil e potrebbe aumentare ulteriormente qualora non si prosegua con ulteriori interventi di consolidamento e/o in assenza di entrate provenienti da operazioni di privatizzazione nel 2014. L’indebitamento netto risulta tuttavia peggiore rispetto alle stime del governo Monti, che nel Def varato in aprile aveva previsto per il 2014 una discesa del debito al 129%. Per poi passare ad un 125,5% nel 2015.
Il debito pubblico italiano è uno tra i più alti dei Paesi dell’Ocse e da due decenni supera il 100% del Pil. Il suo rinnovo richiederà circa 400 miliardi di euro l’anno, nel corso dei prossimi anni”.
Riguardo alle banche il Rapporto spiega che “sebbene il sistema bancario in Italia si sia dimostrato complessivamente solido, diversi istituti di credito hanno incontrato gravi difficoltà e il settore finanziario rimane esposto a rischi sistemici. Occorre incoraggiare le banche ad aumentare gli accantonamenti per perdite e continuare a incitarle a soddisfare le loro esigenze di capitale tramite l’emissione di nuove azioni o la cessione di attività non strategiche. Per questo bisogna favorire la concorrenza nel settore finanziario”.
Sul fisco invece, per l’Ocse, “è necessario che l’Italia ristrutturi il sistema fiscale per ridurre le distorsioni, in particolare tramite la riduzione delle agevolazioni fiscali”. Pertanto l’Ocse invita “il governo italiano ad allargare la base imponibile riducendo tutte le agevolazioni fiscali, permettendo così la riduzione dell’aliquota fiscale marginale sul reddito da lavoro, in particolare per il secondo percettore di reddito. L’Italia deve perciò mantenere il pareggio di bilancio in termini strutturali al fine di ridurre progressivamente il rapporto debito/Pil, l’Italia non dovrebbe allentare la politica fiscale in modo da evitare, come in passato, il dissolversi dei vantaggi derivanti dal consolidamento”.
Secondo l’Ocse “nuove restrizioni di bilancio avrebbero effetti transitori negativi sulla produzione in Italia, ma consentirebbero di ridurre il debito in tempi più rapidi e di attenuare, di conseguenza, il rischio di nuove reazioni negative da parte dei mercati finanziari. Le misure di bilancio dovrebbero concentrarsi sul contenimento della spesa pubblica e un processo continuo di valutazione delle politiche pubbliche dovrebbe mirare a migliorarne l’efficienza”.
“Il Governo Monti – si legge ancora – ha ricondotto il rapporto tra debito pubblico e Pil verso una traiettoria discendente, ma per proteggere le fasce di reddito più basse occorre puntare a un bilancio pubblico in pareggio o leggermente in avanzo e attuare allo stesso tempo una serie di riforme strutturali tese a favorire la crescita e l’istituzione di un nuovo sistema d’indennità di disoccupazione. In futuro, per quanto riguarda il mondo del lavoro, occorrerà assistere i cittadini nella formazione e nella ricerca di una occupazione.
Bisognerà anche fornire un sostegno al reddito dei disoccupati, le cui famiglie sono esposte al rischio di un aggravamento della povertà a causa di una recessione prolungata.
Le future riforme che l’Italia implementerà nel mercato del lavoro dovranno essere concentrate su un’apertura alle liberalizzazioni, attraverso la rimozione delle restrizioni ancora esistenti nel settore dei servizi professionali e dei servizi pubblici, nonché dovranno promuovere l’inclusione nel settore dell’occupazione. E’ necessario instaurare un nuovo quadro nell’ambito del quale l’economia possa adeguarsi più rapidamente alle trasformazioni globali degli scambi commerciali e alle tecnologie innovative”.
“In Italia – riporta ancora il Rapporto – sono state prese misure importanti in materia di pubblica amministrazione e di giustizia civile, volte a sostenere più efficacemente le riforme, lo sviluppo economico e le esigenze della società. Una buona governance pubblica è importante per la crescita economica di un Paese.
A tutti i livelli della pubblica amministrazione, occorre mantenere l’accento sulla trasparenza, intervenendo con fermezza nei casi d’inefficienza, di conflitto d’interessi o di corruzione. Inoltre, è importante continuare a semplificare il funzionamento delle amministrazioni locali”.

 

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