Governo, Letta: “Se verranno fatti tagli a ricerca e cultura mi dimetterò” | T-Mag | il magazine di Tecnè

Governo, Letta: “Se verranno fatti tagli a ricerca e cultura mi dimetterò”

“Se ci saranno tagli a cultura e ricerca mi dimetterò”, è quanto dichiarato dal presidente del Consiglio Letta intervistato a Che tempo che fa.
“La sospensione della rata di giugno dell’Imu – ha aggiunto – consentirà di mettere in campo delle riforme di tutto quello che riguarda l’edilizia. L’Imu non è una cosa di Berlusconi, il suo superamento faceva parte dei programmi di tutti e tre i partiti politici che sostengono il governo. Il Pd aveva il superamento come uno dei piani essenziali. Si va in quella direzione ma i particolari sono da discutere”.
Parlando della legge elettorale il premier ha poi affermato: “Le elezioni sono andate come sappiamo, per colpa di una legge elettorale balorda si è creata ingovernabilità e va cambiata per non tornare a votare con una legge elettorale assurda. Al più presto si deve abrogare la legge elettorale che c’è e tornare alla precedente, si può fare con una legge ordinaria ma la riduzione del numero dei parlamentari va fatto con una legge costituzionale quindi la procedura è più lunga. Volendo bastano 7-8 mesi ma bisogna farla con la maggior determinazione possibile”.
Sul piano dell’emergenza sociale, secondo il presidente del Consiglio “l’intervento sulla cassa integrazione è fondamentale, non è possibile interrompere la speranza. Il governo non deve mettere le toppe, che a volte sono peggio del buco. Il governo non deve solo intervenire, deve riformare, anche nel campo degli ammortizzatori sociali. Serve una riforma della cassa integrazione. Abbassare le tasse sul lavoro per i neo assunti e per questo mi batterò in Europa e in Italia. E’ un tema di priorità e, se devo mettere delle priorità, la prima è il lavoro per i giovani. Ci sono diverse misure concrete su cui stiamo lavorando i può anticipare il piano europeo previsto per l’anno prossimo. Altro tema è questo della staffetta generazionale, vediamo se si crea un meccanismo per cui invece di andare seccamente in pensione si prevede una uscita graduale accompagnato da un ingresso graduale per chi entra nel mercato del lavoro”.

 

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