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I consumi crollano ai livelli del 2000

consumiUna diminuzione del 3,4% in termini tendenziali e una riduzione dello 0,1% tra febbraio e marzo 2013, è quanto rilevato dall’indicatore dei Consumi di Confcommercio. Un’attenuazione della caduta della spesa reale questa, che riporta i consumi ai livelli del 2000. In termini di media mobile a tre mesi l’indicatore, corretto dai fattori stagionali, segnala un nuovo arretramento. Nel primo trimestre, l’ICC segnala, rispetto al primo trimestre del 2012, una flessione del 4,2%. La compressione dei livelli di spesa segue quella del reddito e dell’occupazione. Stando all’indagine rapida di Confindustria ad aprile la produzione industriale è cresciuta dello 0,2% in termini congiunturali, dato che segue la flessione dello 0,1% rilevata nel primo trimestre. Alla luce di quanto registrato sul versante degli ordinativi (-1,2% in termini congiunturali ad aprile, dinamica derivante in larga misura da quelli provenienti dalla domanda interna) difficilmente i livelli produttivi dovrebbero tornare a crescere nei prossimi mesi. In questo contesto, il clima di fiducia delle imprese e delle famiglie, resta, anche ad aprile, sui minimi raggiunti nei mesi precedenti.
Veniamo ora al mercato del lavoro che a marzo 2013 ha registrato un nuovo peggioramento in termini congiunturali: rispetto a febbraio gli occupati sono diminuiti di 51mila unità. Con questo dato il numero di occupati è tornato ai livelli di settembre 2005.
Passando alla CIG: a marzo 2013 le ore autorizzate sono diminuite del 2,7% rispetto allo stesso mese del 2012. Si riduce sensibilmente la CIG in deroga (-47,1% in un anno), a cui ricorrono essenzialmente le piccole imprese e per la quale il rifinanziamento non è stato ancora deciso; crescono sia la straordinaria che la ordinaria (+27,8% e +19,7%). La dinamica tendenziale dell’ICC di marzo riflette una diminuzione del 2,2% della domanda relativa ai servizi e del 3,9% della spesa per i beni. A marzo del 2013, solo il segmento relativo ai beni e servizi per le comunicazioni mostra una tendenza espansiva nei confronti dell’analogo mese dello scorso anno (+3,1%). Il dato più negativo è ancora quello relativo ai beni e servizi per la mobilità la cui domanda registra una riduzione dell’8,5%. Il dato, spiega la Confcommercio, segnala il permanere di una situazione fortemente critica che interessa tutti i segmenti che compongono il comparto e che non sembra essere ancora giunta ad un punto di svolta. Riduzioni dei consumi particolarmente significative hanno interessato anche i beni e servizi ricreativi (-5,6%), gli alimentari, le bevande ed i tabacchi (-3,0%), gli alberghi ed i pasti e le consumazioni fuori casa (-2,8%) ed i beni e servizi per la casa (-2,7%). I dati destagionalizzati mostrano a marzo una riduzione dello 0,1% rispetto a febbraio, confermando un’attenuazione della caduta della spesa reale. Va segnalato come i consumi abbiano raggiunto il livello più basso da quando viene calcolato l’indicatore. Nel mese di marzo, a fronte di una diminuzione della domanda per servizi (-0,7%) i beni hanno mostrato un modesto aumento (+0,2%). A livello di singole macro-funzioni di spesa, i dati indicano dinamiche abbastanza articolate. Il dato più negativo si registra per gli alberghi ed i pasti e consumazioni fuori casa (-1,4%). L’aumento dell’1,6% rilevato per i beni e servizi per la mobilità rappresenta un modestissimo tentativo di recupero rispetto alle riduzioni rilevate nei mesi precedenti. Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di maggio si stima una variazione congiunturale dell’indice dei prezzi al consumo dello 0,1%, con un tasso di crescita tendenziale pari all’1,3%, in contenuto aumento rispetto all’1,2% del mese precedente. E’ presumibile, conclude la Confcommercio, che con aprile si sia chiusa la fase di rapido rientro dell’inflazione, in atto dall’ultimo trimestre del 2012, che dovrebbe rimanere attestata, almeno fino all’estate, su valori inferiori all’1,5%.

 

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