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Caravaggio e il San Giovanni Battista

di Stefano Di Rienzo

caravaggio_san_battistaAttualmente presso la Cripta del Duomo di Siena sarà possibile ammirare un capolavoro dell’arte italiana “Il San Giovanni Battista” (1602) di Caravaggio proveniente dalla Pinacoteca Capitolina di Roma (dal 17 aprile 2013 al 18 agosto 2013). L’evento è stato realizzato grazie alla collaborazione con Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico, Sovraintendenza ai Beni Culturali e organizzato da Opera Civita Group.
Il dipinto si trova in Campidoglio dal 1750 ed è senza dubbio una delle opere più affascinanti del grande pittore in cui esprime in modo geniale le proprie riflessioni sul naturalismo pittorico e sul sentimento religioso. Tutta la critica è oggi d’accordo sul riferimento all’artista di questo dipinto, grazie anche ad una minuziosa serie di indagini tecniche che hanno dimostrato l’autenticità dell’opera.
Caravaggio dipinge il San Giovanni Battista nel 1602 probabilmente per Ciriaco Mattei, una delle figure più in vista della società romana del tempo. Il soggetto del dipinto è un chiaro riferimento al nome del figlio di Ciriaco: Giovanni Battista. Destinato agli ambienti privati del Palazzo Mattei e non ai luoghi di culto, il San Giovanni Battista è una profonda sintesi delle meditazioni di Caravaggio sulla pittura sacra, per questo motivo il pittore usa come modello compositivo per il Battista uno dei bellissimi nudi affrescati da Michelangelo nella volta della Cappella Sistina.
A questa importante figura che lega il Vecchio al Nuovo Testamento è stata dedicata la precedente edizione dei “Dialoghi 2012, Ex aqua et spiritu. Siena accoglie Tiziano, Il Battesimo di Cristo”. Nell’occasione è stato organizzato all’interno del complesso monumentale dell’Opera del Duomo, un percorso sul tema del Battesimo di Gesù a partire dal Battistero, attraversando la Cripta fino alla cattedrale ove si conserva nella omonima cappella la celebre scultura del San Giovanni Battista di Donatello.
Alcuni studi condotti dalla critica più recente, sulla scorta di precise testimonianze documentarie, hanno evidenziato una serie di rapporti tra la figura di Caravaggio e la città di Siena. Il tramite di questa relazione è costituito dal senese Giulio Mancini (archiatra pontificio), al di la della sua professione egli fu mercante e amatore di opere d’arte ed ebbe una particolare venerazione per i capolavori cavaraggeschi. La collezione di Giulio Mancini dovette svolgere un ruolo di primo piano per Siena in quanto egli pur vivendo a Roma conservava i dipinti più pregiati nella città natale ove potevano essere esibiti ai pittori locali che furono fortemente influenzati dal cavaraggismo. In questa prospettiva, nel percorso espositivo saranno evidenziati, anche attraverso sistemi multimediali i rapporti tra la pittura senese e il cavaraggismo.

 

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