“Se non c’è il lavoro, il Paese non si salva” | T-Mag | il magazine di Tecnè

“Se non c’è il lavoro, il Paese non si salva”

giovanilavoroIl vertice di venerdì a Roma sul lavoro che vede impegnate delegazioni di Italia, Francia, Spagna e Germania non produrrà decisioni immediate, ma linee guida da sviluppare in un successivo momento. L’idea è quella di una discussione volta a sbloccare fondi per incentivare nuovi investimenti e rilanciare l’occupazione. “Se non c’è il lavoro, il Paese non si salva”, aveva ribadito il premier Enrico Letta mercoledì al congresso della Cisl. Tuttavia è opportuno ricordare che le differenze tra i quattro Paesi sono notevoli e che promuovere riforme a costo zero (semplificando, allo scopo di lasciare in ordine i conti pubblici). Nell’eurozona circolano venti milioni di disoccupati, ma la Germania – che ha recentemente raggiunto la piena occupazione (ed è tra i pochi Paesi insieme ad Austria e Lussemburgo a non avere mai oltrepassato soglie particolari di scoraggiamento) – ha già espresso parere negativo su eventuali investimenti (richiesti a gran voce dall’Italia, ad esempio) fuori dal deficit. Il presupposto è che gli sforzi degli ultimi anni e la credibilità ottenuta non debbano essere minati. In Spagna, però, il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 26,8% (quella giovanile addirittura il 56,4%, dati Eurostat). In Italia si attesta al 12% e anche la Francia non se la passa granché (11%).
“L’Europa – ha osservato Letta prima del vertice tra i ministri dell’Economia dei quattro Paesi – non si affida solo ai ministri dei numeri e delle Finanze, ma mette al lavoro anche i ministri del Lavoro per affrontare il tema drammatico della carenza di lavoro per i giovani, di prospettive e futuro. Non è solo l’Ecofin il luogo dove si assumono le decisioni”. Al Consiglio europeo (che si terrà a fine mese), è la posizione di Letta, “non ci accontenteremo solo di parole, di dichiarazioni che non si sono tramutate in fatti e hanno anzi allontanato i cittadini europei dalle istituzioni. L’unione bancaria e quella finanziaria sono importanti, ma le famiglie europee devono anche vedere il dato concreto dell’impegno della lotta alla disoccupazione dei giovani”.
In questo senso, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, ha comunque ammesso: “L’alta disoccupazione giovanile in tanti paesi europei e anche in Italia è una grande sfida per tutti noi”.

 

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