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La popolazione residente in Italia

personeAl 1° gennaio 2012, secondo quanto calcolato dal 15esimo Censimento generale della popolazione e delle abitazioni di Istat, erano 59.685.227 i residenti in Italia, di cui 4.029.145 sono stranieri. Numeri questi aumentati rispettivamente di 291.020 e 24.454 unità. La rilevazione di questo aumento si è ottenuta calcolando i flussi in entrata e in uscita (nascite e decessi e immigrazioni e emigrazioni).
Entrando nel dettaglio della popolazione straniera risulta che la quota di stranieri sulla popolazione totale residente è pari al 7,4%.
La popolazione straniera incide in maniera molto più marcata al Centro-Nord che nelle regioni del Sud o nelle Isole: il dato si attesta infatti al 9,7% nel Nord-ovest; al 10,2% nel Nord-est e al 9,1% nel Centro. Contro il 3,2% ed il 2,6%.
Non essendo uniforme sul territorio nazionale la crescita della popolazione, a causa soprattutto di bilanci naturali e migratori notevolmente diversificati, si nota che nel 2012 il movimento migratorio, interno e dall’estero, sia più indirizzato verso le regioni del Nord e del Centro. Tuttavia però con un saldo naturale che risulta negativo in tutte le ripartizioni.
Più in particolare: i comuni delle regioni del Nord-ovest sono quelli in cui risiede la fetta più grande della popolazione, 15.861.548 abitanti, quindi il 26,6% del totale; segue il Sud con 13.980.833, il 23,4%; è poi la volta del Centro con 11.681.498 il 19,6%; cui segue il Nord-est con 11.521.037 abitanti, ovvero il 19,3%; e infine le Isole con 6.640.311 abitanti, quindi l’11,1% della popolazione totale.
Venendo al saldo naturale, risulta essere in calo in quanto nel corso del 2012 sono stati registrati 534.186 nati e 612.883 decessi. Rispettivamente 12 mila in meno e 19 mila in più rispetto all’anno precedente. Il saldo negativo segna quindi un picco negativo a 78.697 unità. Un saldo negativo questo che non conosce eccezioni tranne che per Trento, Bolzano e la Campania.
In particolare il numero delle nascite ha subito un calo del 2,5% nelle regioni del Sud e nel Centro, del 2,3% nelle due Isole, del 2,1% nel Nord-est e del 2% nel Nord-ovest.
Al contrario, segue la tendenza (in crescita) della popolazione straniera residente anche l’incidenza delle nascite di bambini stranieri sul totale dei nati: il dato passa infatti dal 4,8% del 2000 al 14,9% del 2012. Quasi 80 mila nel 2012 contro i 30 mila del 2000.
“Tuttavia – speiga l’Istat in una nota -, l’incremento che le donne straniere danno alla natalità non compensa la diminuzione dovuta a quello delle donne italiane. Infatti, da un lato le donne italiane in età riproduttiva (15-49 anni) fanno registrare una diminuzione della propensione alla procreazione; dall’altro si registra una progressiva riduzione delle potenziali madri, dovuto al prolungato calo delle nascite iniziato all’incirca a metà anni ’70, con effetti che si attendono ancora più rilevanti in futuro. Inoltre, nonostante l’assenza di relazioni dirette di causa-effetto, non si può escludere che la crisi economica abbia prodotto qualche effetto negativo anche sulla natalità, come peraltro potrebbe essere avvenuto per la concomitante diminuzione dei matrimoni, registrata proprio negli ultimi tre anni.
Il tasso di natalità è pari al 9,0 per mille, supera la media nazionale nella ripartizione del Nord-est e varia da un minimo di 7,4 nati per mille abitanti in Liguria e nel Molise a un massimo di 10,7 per mille nella provincia autonoma di Bolzano”.
Il numero di decessi, invece, è pari a 612.883 unità. Superiore di 19.481 al dato rilevato nel 2011.

(fonte: Istat)

 

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