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Crisi occupazionale. Il decreto lavoro in pillole

di Matteo Buttaroni e Fabio Germani

giovani_lavoroQuello approvato dal governo mercoledì è un decreto legge che su carta servirà a migliorare il funzionamento del mercato del lavoro, aumentando l’occupazione e diminuendo l’inattività. Come? Incentivando le imprese e le pubbliche amministrazioni a creare posti di lavoro, per lo più a tempo indeterminato, da destinare soprattutto ai più giovani. Innanzitutto, attraverso l’assegnazione di una cifra complessiva di 794 milioni di euro, distribuita nel quadriennio che va dal 2013 al 2016. Cinquecento di questi milioni andranno alle regioni del Sud d’Italia, come chiesto in sede europea, in quanto il decreto “prevede un forte intervento per sostenere il reddito delle persone maggiormente in difficoltà, specialmente nel Mezzogiorno, cioè l’area caratterizzata da tassi di povertà più elevati”.
Un intervento che, come spiegato dal governo,richiede delle condizioni ben precise. A partire dal requisito legato all’età, che deve essere compresa tra i 18 e i 29 anni. Il giovane in questione deve essere privo di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi e di diploma di scuola media superiore o professionale. Oppure deve essere un lavoratore che vive da solo con una o più persone a carico. Un pacchetto di questo tipo, è stato fatto notare da più parti, tende però a individuare una platea “ristretta”, sebbene dai numeri impietosi. Non è un caso che il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, in un’intervista abbia citato proprio i cosiddetti neet, coloro che né studiano né lavorano, come possibili beneficiari delle misure. Si tratta comunque di un segmento che comprende due milioni e 250 mila giovani.
“La crisi – ha spiegato Giovannini – ha colpito più del previsto nel primo semestre, ma ci sono segnali di recupero nella seconda parte dell’anno. Le misure del governo vanno a toccare una platea leggermente diversa rispetto a quella dei 15-24 anni e il cui tasso di disoccupazione si attesta al 40%: parliamo dei 18-29enni che hanno un tasso di disoccupazione del 25%. Se tutte le assunzioni venissero realizzate come abbiamo previsto, complessivamente avremo una riduzione di circa due punti percentuali di questo tasso di disoccupazione mentre con i stage formativi e l’attivazione soprattutto nel mezzogiorno si potrebbe arrivare ad una riduzione di due punti anche del tasso dei neet“.
Regolamentazioni arrivano anche sui contratti di apprendistato: il decreto prevede una serie di linee guida, omogenee a livello nazionale, in base alle quali le imprese, piccole o grandi che siano, dovranno formulare questa tipologia di contratti. Il governo ha anche istituito un fondo di due milioni di euro annui da destinare a quelle amministrazioni pubbliche che non godono di fondi sufficienti per garantire le indennità dei tirocini formativi ai giovani, ovviamente quelli con i requisiti sopra elencati. Inoltre è stata autorizzata un’ulteriore spesa di 15 milioni di euro al fine di promuovere l’avvicendamento tra studio e lavoro per gli studenti iscritti ai corsi di laurea nell’anno 2013-2014. Un incentivo destinato a quelle università che procederanno alla sottoscrizione di un protocollo per il finanziamento della attività di tirocinio, presso enti pubblici o privati, per gli studenti più meritevoli e in difficoltà economiche.
La crisi occupazionale sarà al centro del vertice Ue in programma giovedì e venerdì.

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