Come creare maggiore occupazione
Una simulazione svolta da Istat, presentata giovedì sera alla Camera ed effettuata sulla base del modello macroeconomico annuale, ha fatto sì che dall’analisi venisse fuori come la riduzione del carico fiscale e contributivo di un punto percentuale possa stimolare la creazione di 200 mila posti di lavoro all’anno.
Al contrario, altre simulazioni, incentrate sul periodo che va dal 2013 al 2015, hanno dimostrato che, intervenendo direttamente sui lavoratori, quindi diminuendo i contributi sociali di un punto percentuale, la mole di posti di lavoro che si verrebbe a formare sarebbe inferiore a 20 mila unità. Dunque una bella differenza. Oltretutto la crescita del Prodotto interno lordo sarebbe consequenziale solamente ad un forte aumento dei consumi privati e degli investimenti, soprattutto di tipo residenziale.
Altra conseguenza è che le imprese da questo provvedimento, come spiega l’Istat, non trarrebbero beneficio e quindi gli investimenti delle attività economiche creerebbero un impatto contenuto. E così nel primo anno di simulazione, l’effetto sul Pil risulterebbe moderato, al contrario, una volta entrato a regime, l’impatto sul Prodotto interno lordo sarebbe senza dubbio più marcato, soprattutto come effetto dell’impatto del provvedimento su consumi privati e reddito disponibile.
Riguardo la prima simulazione, quella sulla riduzione del carico fiscale del datore di lavoro, secondo l’Istat per garantirne l’efficacia, è fondamentale che i provvedimenti siano supportati da misure in grado di agire sulle determinanti della produttività e non solo, anche di garantire migliorie alle condizioni di accesso al credito delle imprese. Pratica che tutt’oggi risulta ancora difficile. Altrimenti, in assenza di queste misure, gli effetti del piano risulterebbero di minor impatto rispetto a quanto emerso dalle simulazioni.
“Tra il 2008 e il 2012 – rileva ancora l’Istat – gli occupati 15-29enni sono diminuiti di 727 mila unità (di cui -132 mila unità nell’ultimo anno) e il tasso di occupazione dei 15-29enni è sceso di circa sette punti percentuali (-1,2 punti nell’ultimo anno) raggiungendo il 32,5%”.
Rimanendo in tema lavoro, il vertice Ue ha raggiunto nella notte tra giovedì e venerdì l’accordo sul fondo da destinare all’occupazione giovanile. I miliardi a disposizione dell’iniziativa saranno otto e non più sei come anticipato precedentemente. I paesi che ne beneficeranno saranno in tutto 13 ma il primo anno i principali indirizzati sono Spagna, Grecia, Italia (dove mercoledì è stato approvato il dl lavoro) e Francia. “Dal fondo europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile arriveranno all’Italia un miliardo e mezzo di euro”, ha chiarito venerdì il premier Enrico Letta.