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La crisi dell’editoria italiana

quotidiani_giornalismoIl 2012 è stato un anno difficile per l’editoria italiana, sia periodica sia quotidiana. Questo è quanto emerge dalla lettura del Rapporto annuale 2013 dell’Agcom, secondo cui i ricavi del settore editoriale hanno subito un calo considerevole, registrando una contrazione di quasi 1 miliardo di euro (873 milioni) ovvero ben il 14,1%.
Se passiamo ad analizzare il periodo compreso tra il 2009 ad oggi, si possono capire ancor di più tutte le difficoltà dell’editoria italiana, che ha visto i propri ricavi contrarsi di quasi il 20%, passando dai 6,5 miliardi di euro del 2009 ai 5,3 del 2012.
L’unico settore editoriale in espansione è quello digitale, che tuttavia non è riuscito a compensare totalmente le perdite. La vendita dei prodotti digitali, infatti, è ancora molto contenuta (l’incidenza in termini di volumi, delle copie digitali nell’editoria nel suo complesso, è ancora molto bassa: pari a circa il 4,5% delle copie totali).
Passiamo ora ad analizzare la voce relativa ai ricavi. La flessione più evidente si registra nei ricavi pubblicitari e di quelli derivanti dalla vendita dei prodotti collaterali (ovvero “i prodotti editoriali, compresi i prodotti discografici e audovisivi diffusi unitamente al prodotto editoriali”, i cosiddetti inserti) in entrambi i casi attorno al 19%. Si riscontra una riduzione decisamente minore nei ricavi derivanti dalla vendita delle copie (-10%).
Il calo dei ricavi provenienti dalla pubblicità è principalmente dovuto alla contrazione del prezzo medio delle inserzioni. Gli editori hanno infatti deciso di ridurre i prezzi di vendita dei propri spazi pubblicitari e aumentando i prezzi di vendita al pubblico. Una strategia pensata per contrastare le difficoltà derivanti dalla crisi economica generale. Ma al momento quali sono i risultati conseguiti?
I ricavi da vendita delle copie hanno subito una flessione sensibilmente più leggera, grazie soprattutto ai rincari dei prezzi medi di vendita. Infatti, chi decide di acquistare il quotidiano nella tradizionale versione cartacea deve far fronte ad un aumento del costo del prodotto. L’indice dei prezzi dei quotidiani, che fino ai primi anni del decennio scorso si era stabilmente mantenuto al di sotto dell’indice generale dei prezzi al consumo, dal 2009, ha iniziato a crescere considerevolmente oltre l’inflazione. Discorso diverso per quanto riguarda l’andamento dell’indice dei prezzi dei periodici, rimasto in linea con l’andamento generale dei prezzi al consumo fino all’inizio del decennio scorso e ora al di sotto dell’andamento dell’inflazione.

 

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