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Shakespeare in Italia: il Globe Theatre romano compie 10 anni

di Martina Marotta

globe_theatre_romaUn luglio di dieci anni fa. Gente curiosa e appassionata di teatro classico che si accalca, munita di cuscini, ai piedi del palco. Chi ha sborsato qualche euro in più va sulle balconate. Chi è più fortunato riesce a poggiare la schiena da qualche parte. Pochi minuti per chiacchierare ed ecco che lo spettacolo sta per cominciare. Il teatro diventa silenzioso, buio, una musica annuncia l’inizio della rappresentazione.
Non ci troviamo in un luogo qualsiasi, in un teatro qualsiasi: siamo nel Globe Theatre, e non a Londra, ma a Roma, che in occasione dei 100 anni di Villa Borghese ha voluto “omaggiarla” costruendo all’interno del parco romano una struttura teatrale simile a quella originale inglese. Un omaggio non solo alla cultura e a Shakespeare, ma anche a Silvano Toti (da qui il nome completo del teatro “Silvano Toti Globe Theatre”), mecenate ed imprenditore romano, la cui fondazione ha reso possibile la costruzione del Globe romano.
E per un progetto di tale grandezza culturale, non poteva mancare un direttore artistico altrettanto grande: fu infatti Gigi Proietti a prendere le redini del teatro e talvolta a coordinare gli spettacoli. Quest’anno, per i dieci anni del teatro, tornerà a dirigere una delle più famose tragedie shakespeariane, Romeo e Giulietta, in scena dal 10 al 28 luglio e dal 6 all’11 agosto.
Quello che più colpisce di questi spettacoli è la reinterpretazione moderna delle opere: non tanto per i dialoghi, che rimangono fedeli al significato originario, piuttosto per le scenografie (alcuni spettacoli si servono addirittura di pedane mobili o schermi su cui vengono proiettati diversi paesaggi) e i costumi che in determinate opere assumono un aspetto eccentrico e differente rispetto alle classiche aspettative.
Prima che la fama del Globe diventasse così ampia, a fine spettacolo gli attori rimanevano con il pubblico, e quest’ultimo poteva fare domande o parlare con gli artisti. Oggi, a causa del maggiore afflusso di gente, i protagonisti ‘scompaiono’ a fine spettacolo, ma arrivando dal parcheggio gli spettatori possono passare vicino ai camerini degli attori, e spesso li si può vedere mentre fumano una sigaretta o chiacchierano sommessamente prima dello spettacolo: insomma, in un contesto più reale, umano. E parlando di attori, diverse rappresentazioni hanno vantato le partecipazioni di grandissimi quali Giorgio Albertazzi e Ugo Pagliai.
Gli spettacoli variano ogni anno, e di media vengono prese quattro o cinque opere del Bardo (talvolta una di esse viene sostituita con laboratori o spettacoli ispirati a più testi shakespeariani e assemblati come un mosaico). Quest’anno, oltre a Romeo e Giulietta, verranno messe in scena Sogno di una notte di mezza estate dal 13 al 25 agosto, Riccardo III dal 29 agosto all’8 settembre, Re Lear dal 12 al 22 settembre, e per quattro serate (dal 31 luglio al 3 agosto) il Globe ospiterà per la prima volta un balletto ispirato proprio all’opera di Romeo e Giulietta.
Dunque, se siete appassionati del genere, preparate i cuscini e prestate ‘orecchio paziente’: va in scena nella Capitale un teatro inglese più contemporaneo che mai. Le luci si accendono. Applausi.
Auguri Globe.

 

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