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“Mai più figli di serie A e figli di serie B”

famiglia_censis_italianiUn figlio è un figlio, a prescindere. Poco importa se nato all’interno del matrimonio o meno. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato il decreto legislativo in materia di filiazione. Lo ha annunciato in conferenza stampa il premier Enrico Letta che ha spiegato che non ci saranno “mai più figli divisi in categorie di serie A e di serie B. Da oggi esistono solo figli senza aggettivi. Finiscono i drammi umani che ci sono stati nel passato”. Il provvedimento, spiega una nota di Palazzo Chigi, prevede la “modifica normativa vigente al fine di eliminare ogni residua discriminazione rimasta nel nostro ordinamento fra i figli nati nel e fuori dal matrimonio, così garantendo la completa eguaglianza giuridica degli stessi”.
In sostanza scompare dal codice civile la classificazione dei figli. “Non esistono più aggettivi vicino alla parola figlio, ma figli e basta. È un fattore di civiltà”, ha spiegato Letta. Il testo, predisposto nell’ambito della commissione istituita presso la presidenza del Consiglio, presieduta dal professor Cesare Massimo Bianca, stabilisce “l’introduzione del principio dell’unicità dello stato di figlio, anche adottivo, e conseguentemente l’eliminazione dei riferimenti presenti nelle norme ai figli legittimi e ai figli naturali e la sostituzione degli stessi con quello di ‘figlio’; il principio per cui la filiazione fuori dal matrimonio produce effetti successori nei confronti di tutti i parenti e non solo con i genitori; la sostituzione della notizia di ‘potestà genitoriale’ con quella di ‘responsabilità genitoriale’; la modifica delle disposizioni di diritto internazionale privato con previsione di norme di applicazione necessaria in attuazione del principio dell’unificazione dello stato di figlio”.
Inoltre, recependo la giurisprudenza della Corte costituzionale e della Corte di Cassazione, si è deciso di “limitare a cinque anni dalla nascita i termini per proporre l’azione di disconoscimento della paternità; introdurre il diritto degli ascendenti di mantenere ‘rapporti significativi’ con i nipoti minorenni; introdurre e disciplinare l’ascolto dei minori, se capaci di discernimento, all’interno dei procedimenti che li riguardano; portare a dieci anni il termine di prescrizione per l’accettazione dell’eredità per i figli nati fuori dal matrimonio; modificare la materia della successione prevedendo la soppressione del ‘diritto di commutazione’ in capo ai figli legittimi fino ad oggi previsto per l’eredità dei figli naturali”.

 

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