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Sempre meno arrivi in Italia per lavoro

lavoro_immigratiTra il 2011 e il 2012 prosegue la diminuzione dei flussi di nuovi ingressi verso il nostro Paese. Durante il 2012 sono stati rilasciati quasi 264 mila nuovi permessi, il 27% in meno rispetto all’anno precedente in cui si registravano 361.690 nuovi ingressi. La diminuzione ha interessato più gli uomini (-33%) delle donne (-19,5%), per le quali invece tra il 2010 e il 2011 si era registrato un calo più rilevante. Il rapporto tra i sessi nei nuovi flussi risulta più equilibrato nell’ultimo anno: le donne passano a rappresentare, dal 44,1% del 2011, il 48,7% degli ingressi nel 2012.
Sono ancora i nuovi permessi per lavoro a ridursi in maniera più evidente: il 43,1% in meno rispetto al 2011. Quelli per famiglia sono scesi invece del 17% e quelli per altri motivi del 21%. All’interno di quest’ultima categoria sono diminuiti soprattutto i permessi per motivi umanitari e asilo per i quali durante il 2011 si era registrato un picco “storico”; i permessi per studio sono invece rimasti sostanzialmente stabili.
Se osservati in un periodo più lungo di cinque anni i cambiamenti riguardanti i flussi migratori in ingresso sono ancora più evidenti. Nel 2007 gli arrivi per lavoro erano nettamente prevalenti e molto più consistenti in valore assoluto: 150.098 rispetto ai 70.892 di oggi. Dal 2007 al 2012 sono invece notevolmente cresciuti i permessi per famiglia (da 86.468 a 116.891), diventando la modalità prevalente di accesso al territorio Italia; anche i permessi per studio e per asilo e motivi umanitari sono cresciuti tra il 2007 e il 2012.
Nei cinque anni considerati non solo sono cambiati i motivi per i quali si entra in Italia, ma è anche cambiata la struttura per sesso ed età dei nuovi ingressi, con un peso sempre maggiore dei minorenni. Per gli uomini si evidenzia una minore rilevanza di giovani tra i 20 e i 30 anni. Per le donne si registra invece un peso maggiore – nel 2012 rispetto al 2007 – per la classe di età tra i 20 e i 25 anni e una minore importanza relativa delle donne oltre i 30 anni e soprattutto sopra i 40 e 50. Per quanto riguarda i permessi di lavoro, il calo registrato tra il 2011 e il 2012, diversamente da quanto rilevato l’anno precedente, è superiore per gli uomini (-44,8%) rispetto alle donne (-39,5%). Nei nuovi flussi l’unico incremento che si registra rispetto al 2011 è quello relativo agli ingressi per studio da parte di donne (+3%). Diminuisce anche il lavoro stagionale, con un numero di nuovi permessi che passa da 15.426 nel 2011 a 9.950 nel 2012. Nella graduatoria delle prime dieci cittadinanze per numero di ingressi si mettono in luce sostanziali differenze rispetto all’anno precedente. Il primato nel 2012 spetta alla Cina con 25.211 ingressi, seguita dal Marocco (21.585) e dall’Albania (18.889). Gli Stati Uniti d’America diventano la quarta nazionalità per numero di nuovi permessi: si tratta infatti di un flusso che, nella generale diminuzione, si è mantenuto costante (oltre 14 mila persone); si tratta perlopiù di ingressi che avvengono per motivi di studio (oltre il 50%). Rientra nella graduatoria l’Egitto – che ne era uscito l’anno precedente – e si colloca al sesto posto; per gli egiziani si registra un’elevata quota di permessi per lavoro (40%), ma anche di ingressi per asilo e motivi umanitari (7%). Notevole durante l’anno il flusso dal Pakistan (9.599 nuovi permessi) che occupa il settimo posto con una quota molto elevata di nuovi entrati per asilo o motivi umanitari: quasi il 31%. Arretra la Moldova (8.808 ingressi) che si colloca al decimo posto, mentre esce dalla graduatoria – diventando undicesima – la collettività Ucraina. La riduzione dei nuovi flussi interessa soprattutto le aree settentrionali del Paese e in particolare il Nord-ovest (meno 32,5% rispetto all’anno precedente). Diminuzioni più contenute hanno interessato il Sud (-29,5%) e il Nord est (-26,3%). Il Centro è la ripartizione che registra la contrazione più contenuta (-19,2%). Le regioni che hanno registrato le diminuzioni maggiori sono la Basilicata (-46,5%) e la Campania (-45,9%). Solo in leggerissima diminuzione la Puglia, la Valle d’Aosta e la Toscana che registrano flessioni inferiori al 3%. La situazione risulta molto diversificata comunque per provincia con la tendenza delle aree del versante adriatico a continuare ad esercitare, pur nel contenimento degli ingressi, una certa attrattività sui flussi. Durante il 2012 sono scaduti oltre 180 mila permessi che non sono stati rinnovati. Nella maggior parte dei casi (46,5%) si è trattato di permessi per lavoro, per il 27% di permessi per famiglia, nel 12% di permessi per studio. Sono stati quasi 84 mila i permessi per lavoro scaduti e non rinnovati, l’8,4% di quelli validi per lo stesso motivo alla fine dell’anno precedente. Si deve anche sottolineare il consistente numero di permessi per asilo e motivi umanitari scaduti e non rinnovati: circa il 28%.

(fonte: Istat)

 

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