Incidenti stradali, Italia al 14esimo posto in Europa
Rispetto al 2010, anno in cui si sono registrati 211.404 incidenti stradali, nel 2011 si è riscontrato un calo del 2,7%, a 205.638 sinistri.
Di conseguenza è risultato anche un calo nel numero dei feriti e delle vittime. Rispettivamente il calo è stato del 3,5% e del 5,6%.
Cali notevoli, tanto che dal 2001 ad oggi il numero dei sinistri è calato del 45,6%, consentendo all’Italia di piazzarsi al quattordicesimo posto tra i paesi dell’Unione europea.
I veicoli più coinvolti negli incidenti sono le autovetture con il 66,1%, seguono con il 14% i motocicli con il 5,4% i ciclomotori. Le biciclette sono state coinvolte nel 4,5% degli incidenti.
E’ invece emergenza pedoni: nel 2011 sono stati 589 i morti e 21.102 i feriti, rappresentando così il 15,1% delle morti totali.
Il 70% degli incidenti e quasi il 50% delle vittime si sono registrati registrano nelle città.
Solo a Roma, per esempio, nei cinque anni che vanno dal 2006 al 2010 si sono verificati 96.650 incidenti stradali, che hanno causato 1.002 morti, 127.675 feriti, tra i quali circa settemila disabili gravi permanenti.
Numeri come questi non si leggono su nessun dato relativo a nessun’altra capitale europea.
E’ quanto emerge dal Rapporto Italia 2013 di Eurispes che spiega che “in Italia, nelle 15 città metropolitane, le multe per infrazioni stradali hanno fruttato oltre due miliardi di euro ogni anno, nel periodo 2006-2011. Lo Stato – nello stesso periodo – per il Piano
nazionale per la sicurezza stradale ha speso in media solo 30 milioni all’anno. I ricavi delle multe delle Polizie locali ammontano a circa 1,6 miliardi di euro mentre quelle nazionali (Polstrada e Carabinieri) circa 400 milioni di euro. E nel decennio che si è appena chiuso (2001-2010) hanno fatto incassare circa 20 miliardi di euro. Somme che, secondo la legge, dovrebbero essere in gran parte reimpiegate per la sicurezza delle strade”.
Secondo la Fondazione Guccione onlus l’utilizzo delle risorse finanziare non sarebbe conforme con quanto stabilito dal Codice della Strada: Secondo il Cds il 50% degli introiti delle multe andrebbero utilizzati per miglioramento della segnaletica stradale, almeno il 12,5%; per i controlli della Polizia locale, almeno 12,5%; per la manutenzione delle strade, sicurezza utenti deboli, educazione stradale, il 25%.
Nella realtà, purtroppo, non sempre i proventi delle sanzioni vengono utilizzati per questi motivi. “Per il miglioramento della segnaletica – spiega Eurispes – vanno dagli impieghi più alti del 55,2% di Milano, 46,4% di Reggio Calabria, 20,7% di Palermo, a quelli più bassi dello 0% di Genova, dell’1,5% di Bologna, del 2,4% di Roma. Complessivamente nell’ultimo quinquennio gli impieghi medi sono stati del 7,3%, lontani da quanto previsto dall’art. 208 del Codice (almeno il 12,5%). E sono stati investiti 173.302.768 euro (media annua 35.036.767 euro);
Per i controlli di Polizia locale: alle attività di controllo va il 9,3% anziché almeno il 12,5% previsto dall’art. 208 del Codice. I più elevati impieghi a Venezia (31,9%), Reggio Calabria (28%), Messina (23,3%), Cagliari (17%). I più bassi a Torino (1%), Trieste (2,9%), Milano (4,5%). Negli ultimi cinque anni sono stati spesi 221.211.623 euro (media annua 45.108.815 euro). Infine per la manutenzione delle strade, sicurezza utenti deboli, educazione stradale: Trieste ne fa il
massimo impiego (85,1%), seguita da Bologna (80%), Palermo (59,7%), Milano (46,5%). Le città con l’impiego minore sono Reggio Calabria (0%), Messina (3,4%), Venezia (5,8%). Alla manutenzione vanno 833.226.228 euro (173.572.477 euro all’anno), 34,9% del totale (ben oltre il 25% previsto dall’art. 208 del Codice).