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Bambini siriani, una generazione in fuga

bambiniIl conflitto in Siria rappresenta oggi una delle più gravi crisi al mondo: la vita di quattro milioni di bambini ne risulta distrutta, e un’intera generazione è a rischio. All’interno della Siria, il crescere continuo delle violenze e la distruzione di servizi e beni di sussistenza essenziali mette sempre a più grave rischio la vita dei bambini che ne sono vittime. In Siria i bambini sono esposti a gravi violazioni dei diritti umani: uccisioni, mutilazioni, violenze sessuali, torture, detenzioni arbitrarie, reclutamento in gruppi armati, esposizione ai rischi derivanti da ordigni inesplosi. Nei paesi confinanti e limitrofi, il flusso crescente di profughi in fuga dalla guerra sta dando luogo ad un’emergenza drammatica.
Le Nazioni Unite esprimono profonda preoccupazione per le conseguenze sui civili: più di 92.000 persone hanno perso la vita dal marzo 2011, con in media 5.000 morti ogni mese a patire da luglio 2012.
I bambini uccisi sono più di 6.500, di cui un terzo sotto i 10 anni di età.
Nonostante le crescenti violenze, i pericoli legati alle condizioni di sicurezza e le difficoltà nel raggiungere le popolazioni colpite, l’UNICEF sta potenziando la risposta umanitaria e la propria presenza all’interno della Siria, incluse Damasco, Homs, Tartous, raggiungendo centinaia di migliaia di bambini con assistenza e aiuti umanitari, anche nelle aree controllate dall’opposizione.
Per rispondere ai bisogni dei bambini vittime della grave crisi umanitaria in atto, l’UNICEF opera attraverso settori prioritari d’intervento – sanità, nutrizione, acqua e igiene, istruzione, protezione dell’infanzia, fornitura di generi di primo soccorso – sia in Siria sia nei paesi confinanti che accolgono i profughi in fuga dal conflitto.
L’arrivo del caldo estivo sta portando nuovi pericoli. Le temperature sono in aumento in una fase in cui l’acqua è sempre più scarsa e le condizioni igienico sanitarie peggiorano. In una crisi sanitaria pubblica proprio i bambini sono particolarmente vulnerabili: prioritario è dunque provvedere all’acqua pulita e ad adeguati servizi igienico sanitari, nonché alle vaccinazioni per proteggere i bambini contro possibili malattie. Tra le altre priorità figurano il sostegno scolastico e la protezione contro violenze e abusi.
A più di 2 anni dall’inizio del conflitto, l’acuirsi costante delle violenze ed un conseguente peggioramento delle possibilità di accedere a servizi sociali essenziali stanno esponendo più di 3,1 milioni di bambini a seri rischi di malattie e violenze, privandoli della possibilità di ricevere protezione ed istruzione. Altri 896.971 bambini stanno cercando rifugio e assistenza nei paesi limitrofi, ridotti alla condizione di profughi inLibano, Giordania, Iraq, Turchia ed Egitto.
In Siria, 6,8 milioni di persone risultano in vario modo colpite dal conflitto, con oltre 4,25 milioni sfollate all’interno dei confini nazionali: i bambini colpiti dal conflitto sono 3.128.000, quelli sfollati 1.955.000.
Nei paesi limitrofi, i profughi registrati dall’UNHCR o in attesa di registrazione sono oltre 1,76 milioni: 596.936 in Libano, 381.475 in Turchia, 501.330 in Giordania e 160.632 in Iraq.
Se si considerano i profughi che risultano rifugiati in Egitto e Nord Africa, le persone in fuga dal conflitto sono oltre 1,76 milioni, di cui 896.971 sono bambini o adolescenti. Il numero dei rifugiati continua costantemente a crescere e tali cifre non comprendono migliaia di rifugiati siriani non registrati, gli iracheni e i palestinesi fuggiti dalla Siria e le famiglie presso cui sono accolti.

(fonte: Unicef)

 

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