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La corruzione vale 60 miliardi di euro

di Mirko Spadoni

corruzioneSolo la settimana scorsa, il presidente facente funzioni della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, aveva ribadito: “La priorità” della magistratura contabile “è la lotta alla corruzione, endemica nel nostro Paese”. Lo aveva detto, parlando da Capri a margine del forum Mezzogiorno ed Europa 2020. Ma non è la prima volta che la Corte dei Conti cerca di attirare l’attenzione sul problema della corruzione.
Qualche mese fa, i magistrati contabili avevano quantificato i costi della corruzione in 60 miliardi di euro. Tanti, tanti soldi. Eppure la stima della Corte, presieduta da Luigi Giampaolino, è assolutamente in linea con quella riferita giovedì dalla Price&Waterhouse, che – per conto dell’Olaf (l’agenzia antifrode europea) – ha stilato un rapporto secondo l’Italia detiene un record decisamente poco invidiabile: dei 120 miliardi di euro che la Commissione Ue stima siano sottratti annualmente all’economia, la metà (60 miliardi, per l’appunto) è di nostra competenza.
Nel Belpaese, spiega chi ha condotto la ricerca, una gara su dieci per l’assegnazione di un appalto pubblico è truccata. Una media superiore rispetto a quella registrata altrove nel Vecchio Continente. Per inciso: il dato francese è tre volte più basso, quello olandese dieci.
Il nostro punto debole? Le gare truccate. Nel 63% dei casi si è infatti verificata una circostanza, quella in cui il vincitore è stato già deciso e la partecipazione degli altri concorrenti è – semplicemente – una questione di pro forma. Il conflitto d’interesse (l’attribuzione a parenti o amici) è a quota 23%.
Come ce la passiamo a livello generale? Se poniamo a cento il livello di perfezione, noi raggiungiamo solo quota 57. Di gran lunga molto indietro rispetto alla Francia (alla posizione 91) e l’Olanda (97esima). Da parte loro, i tedeschi riescono – meglio di altri – a scovare e punire chi si macchia di reati di corruzione: nelle inchieste sulle frodi Ue alla quali ha preso parte l’Olaf (nel periodo compreso dal 2006 al 2011), le autorità tedesche hanno condannato ben 65 persone. Noi italiani ci siamo fermati a 14. “In molti Stati – sottolinea il rapporto di P&W – i funzionari pubblici non sono specificamente addestrati per assicurare la trasparenza”. In Italia, ad esempio, viene denunciata “la mancanza di capacità nella pubblica amministrazione nella gestione di strutture altamente complesse crea spazio per frodi e corruzione”. Questo, “soprattutto dove potenti cartelli privati e organizzazioni criminali possono influenzare il processo di decisione politica”. Occorre trovare una soluzione ed è necessario farlo quanto prima. Perché se è vero che la corruzione è un problema globale: negli ultimi 12 mesi, secondo il Barometro sulla corruzione di Trasparency International, più di 1 cittadino su 4 – nel mondo – ha pagato una tangente.
Altrettanto vero è che il peggioramento della percezione della corruzione ha un impatto rilevante su misure economiche come il PIL, la produttività, l’attrattività degli investimenti.
Transparency International, organismo che studia la percezione del livello di corruzione in oltre 170 Paesi, sostiene che la discesa di un posto nella speciale classifica sul livello di corruzione percepita si traduce nel 16% in meno d’investimenti. Al contrario, scalando qualche gradino, si attraggono risorse preziose per rilanciare l’economia. Un piccolo appunto: negli ultimi anni, il nostro Paese ha disceso la classifica di Transparency fino a raggiungere, nell’ultima indagine, il 72esimo posto. Peggio di noi – tra i paesi membri dell’Ue – hanno fatto solo Bulgaria e Grecia. Mentre tra i Paesi del G20, l’Italia è 13esima davanti a Cina, India, Argentina, Messico, Indonesia e Russia.

 

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