Bollette più care dal 2000 per i rifiuti
Tra l’inizio degli anni duemila ed il 2013 le bollette relative all’asporto dei rifiuti hanno registrato un aumento del 67%. Nel periodo preso in esame si è passato dai 270 euro di 13 anni fa ai 451 euro previsti dall’entrata della Tares. Nel complesso la nuova tassa costerà agli italiani ben due miliardi di euro in più rispetto al costo complessivo del binomio Tarsu-Tia.
Salgono le tasse ma scendono i rifiuti: basti pensare che, secondo la Cgia di Mestre, negli ultimi cinque anni la produzione di rifiuti è scesa del 5% mentre è aumentata del 30% l’incidenza della raccolta differenziata.
Nel 2000, spiega il centro studi della Cgia di Mestre elaborando i dati Istat, la tassa per l’asporto dei rifiuti pro capite si attestava a 115 euro mentre per famiglia a 270. Nel 2002 la spesa pro capite si attestava a 124 euro mentre per famiglia a 280.
Nel 2006 la tassa pro capite era di 166 euro e per famiglia 354 mentre nel 2008 176 pro capite e 363 a famiglia.
Saltando al 2011 si può notare che mentre la spesa pro capite è stata di 202 euro, a famiglia è stata di 399 per arrivare a 228 pro capite nel 2013 e 451 a famiglia. Per arrivare a coprire in toto la spesa per il servizio di raccolta e smaltimento le tasse dovranno aumentare, stima la Cgia, del 12 nel Nord d’Italia, del 21,7% al Centro e del 16,3% nel Mezzogiorno.