Flussi in aumento dopo la primavera araba
I flussi irregolari verso le coste del nostro Paese sono cresciuti notevolmente subito dopo lo scoppio delle “Primavere Arabe”. Questo è quanto emerge dal Rapporto Ocse International Migration Outlook – Prospettive internazionali 2013, presentato nella mattinata di mercoledì nella sede del Cnel alla presenza del viceministro del lavoro e delle politiche sociali Cecilia Guerra.
Durante il 2011, rileva l’Ocse, i migranti giunti in Italia sono stati 62.692, un numero decisamente superiore a quello registrato nel corso dell’anno precedente (il 2010, per l’appunto. Quando il numero delle persone intercettate dalle autorità italiane si fermò a quota 4.406) e nel 2012 (15.570). Ma in linea con quanto accaduto nei primi mesi del 2013: sono 21.241 i migranti che sono giunti sulle nostre coste, di cui oltre la metà sono arrivati nei mesi di luglio e agosto.
Il numero dei profughi è aumentato sensibilmente con il nascere delle primavere arabe, eppure l’incidenza in Italia dei profughi provenienti dalla Siria (uno dei Paesi dove le rivolte nate sull’onda delle primavere arabe non trovano ancora il loro epilogo) resta relativamente modesta. La maggior parte dei richiedenti asilo proviene infatti dalla Somalia, dall’Eritrea, dalla Nigeria, dal Pakistan e dall’Afghanistan. Il numero dei residenti stranieri in Italia al 1° gennaio del 2013 è di 4.387.721, 334 mila in più rispetto all’anno precedente. L’8,2% in più in termini percentuali (dati Istat). Un numero quindi in crescita soprattutto “per effetto dell’immigrazione dall’estero (321 mila individui) ma, in parte, anche delle nascite di bambini stranieri (80 mila)”.
Degli oltre 4 milioni di residenti stranieri in Italia, l’86% vive nelle regioni del Centro Nord, il restante 14% nel Mezzogiorno. Di tutte le comunità straniere presenti in Italia, la più grande è quella rumena (997mila unità regolari). Seguono immigrati di nazionalità marocchina (506.369) e albanesi (491.495). Chiudono la classifica la Cina con (277.570) e l’Ucraina (223.782).
Tornando alle stime riferite dall’Ocse, la Cina è il Paese che ha maggiormente beneficiato dei permessi di soggiorno rilasciati nel 2012: ben 247mila (il 10,1% del totale), in aumento di 25mila unità.
I restanti sono andati a cittadini provenienti per il 20,5% dall’Asia meridionale (11.600 dall’India e 8.500 dal Bangladesh, 6.600 dallo Sri Lanka e 7.700 dal Pakistan), per il 15,4% dall’Africa del Nord (di cui 21mila a marocchini, 9.400 a egiziani e 6.000 a tunisini), per il 12,9% dall’area balcanica, per l’11,2% dall’Europa orientale e dall’Asia centrale (di cui 8.700 dalla Moldavia e 8.500 dall’Ucraina), per l’11,2% dall’America Latina e – infine – per il 10,3% dall’Africa Sub Sahariana.
In Italia il tasso di disoccupazione tra i migranti è salito al 13,8%, ma tra le donne è del 15,6 (+1,5% rispetto al 2011). La disoccupazione cresce fra i lavoratori stranieri, anche se aumenta – in valori assoluti – il numero di occupati.
Ma nel suo rapporto, l’Ocse pone l’accento su un aspetto in particolare: la discriminazione razziale nell’ambito del contesto lavorativo. La discriminazione, sostiene l’Ocse, “può essere dannosa per la coesione sociale e ridurre gli incentivi per investire nell’istruzione”, oltre che tradursi “in una perdita economica per il Paese ospite”.