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Morti sul lavoro in calo (ma c’è la crisi)

di Fabio Germani

sicurezza_sul_lavoroI morti sul lavoro sono una piaga sociale, ha ricordato giustamente il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione della 63esima giornata nazionale per le vittime degli incidenti. I numeri sono in calo rispetto a qualche anno fa, quando l’Italia era maglia nera in Europa. Una guerra a bassa intensità, veniva definita. C’è un però se oggi i risultati sono più positivi.
Dal 2008 al 2012 si è registrata una diminuzione degli infortuni del 22,8% e del 28,8% dei morti. Nel 2012 gli infortuni denunciati all’Inail sono stati 744.916 (-8,9% sui 817.586 del 2011), i morti 790 (-8,8% rispetto 866 del 2011). Stando all’analisi dell’Anmil (Associazione nazionale lavoratori, mutilati e invalidi del lavoro) anche per i lavoratori stranieri si è evidenziato un calo: per gli episodi mortali, il decremento è stato del 28,8% rispetto ai 1.110 del 2008.
Ora, prendete questi numeri e rapportateli a quelli della crisi economica che contemplano, soprattutto, la disoccupazione. La diminuzione dei casi di infortuni invalidanti è direttamente proporzionale al crollo del lavoro. Sempre l’Anmil osserva che “sono stati proprio i settori maggiormente colpiti dalla crisi economica quelli che hanno fatto registrare le diminuzioni più consistenti, ovvero le attività manifatturiere che hanno avuto un calo infortunistico del 16,4% e, ancor più, il settore delle Costruzioni dove gli incidenti sono scesi del 21,3% e i casi mortali di ben il 22,8% (dai 158 casi del 2011 ai 122 del 2012). Settori, peraltro, a forte componente di manodopera immigrata, che, al pari e forse più di quella italiana, è stata colpita in misura molto pesante dai forti cali delle produzioni nazionali”.
Per quanto riguarda le malattie professionali, nel 2012 si è registrato un calo anche se molto più contenuto rispetto agli infortuni sul lavoro. L’anno scorso, infatti, sono state 47.417 le denunce protocollate dall’Inail, un migliaio in meno rispetto alle 48.458 del 2011, con un decremento del 2,1%. Negli ultimi anni, va ancora rilevato, c’è stata una crescita complessiva del 75%, passando dai circa 27 mila casi del 2007 ai 47.500 del 2012. Vale a dire oltre 20 mila denunce in più. Anche qui c’è un però. L’aumento è dovuto anche alle “nuove” patologie tabellate in vigore dal 22 luglio 2008.

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