Russia, Navalny: “Non so a cosa miri Putin, ma resto in politica”
“Noi riteniamo che questa sentenza non sia fondata sulla legge e quindi, com’è naturale, faremo ricorso”. Il blogger russo Alexei Navalny ha così commentato la conferma della condanna in appello, ma con sospensione della pena, da parte del Tribunale Regionale di Kirov.
Per inciso: il formale mantenimento del verdetto di primo grado, eviterà al blogger di finire in prigione, tuttavia comporterà l’interdizione dai pubblici uffici, e quindi – almeno in teoria – l’impossibilità per Navalny di partecipare alla vita politica del Paese.
“E’ assolutamente ovvio – ha dichiarato il blogger, parlando con i cronisti che lo attendevano all’uscita dell’aula di giustizia – che tutte le decisioni, prima di tutto sulla sentenza effettiva ma anche sulla sua attuale commutazione nella sospensione, non sono certo prese qui in tribunale, bensì da Vladimir Putin in persona”.
“Non ho la più pallida idea di che cosa gli passi per la testa, e del perché abbia cambiato parere, ma è chiaro per me che le autorità russe stanno cercando con tutta la loro forza, con ogni mezzo e a tutti i costi di cacciarmi fuori dalla battaglia politica”, ha proseguito.
“E’ però altrettanto chiaro – ha concluso – che non ci riusciranno, né con me né con i miei colleghi. Non interromperemo la nostra lotta, che anzi andrà avanti”.