Africa, Fmi: “Crescono anche paesi privi di risorse naturali”
“Il decollo della crescita economica dell’Africa dalla metà degli anni ’90 è una storia che va oltre le materie prime”. Lo sostiene il Fondo monetario internazionale, che spiega: “Diversi paesi hanno raggiunto tassi elevati di crescita senza che questa sia stata trainata dallo sfruttamento delle risorse naturali”.
Per inciso: il Fondo monetario internazionale si riferisce al Burkina Faso, l’Etiopia, il Mozambico, il Ruanda, la Tanzania e l’Uganda. “E’ vero – si legge nello studio del Fmi – che in alcuni di questi paesi recentemente sono state trovate enormi risorse, ma quando la crescita è iniziata queste scoperte non erano ancora state fatte”.
L’agricoltura e i servizi hanno giocato un ruolo chiave nell’avanzamento economico di alcuni di questi stati. “La crescita del settore agricolo ha fornito un forte impulso alla crescita in Etiopia e in Ruanda – prosegue il Fmi – i servizi poi sono cresciuti ad una velocità fra l’8 e il 10% annuo. In particolare in Uganda questo settore assieme all’edilizia ha contribuito al 60% della crescita”. Per quel che riguarda il settore manifatturiero il Fmi sottolinea che “è cresciuto in tutti questi paesi” ma che “il suo contributo al Pil resta ancora basso a causa degli alti costi di produzione e alcune limitazioni infrastrutturali come l’elettricità limitata e costosa”.