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Le raccomandazioni europee per il piano giovani

di Matteo Buttaroni

giovani_disoccupazioneNegli ultimi anni il mercato del lavoro è stato caratterizzato da una profonda crisi. Basti pensare che tra il 2007 (anno che anticipò l’inizio vero e proprio del collasso) ed il 2012 il numero degli occupati è diminuito quasi del 2%, eccezion fatta per la componente dei 55-64enni che ha registrato un aumento del 6%. Al contempo è cresciuta la quota dei disoccupati: nel periodo preso in esame il dato è cresciuto del 4,6% a due milioni e 744 mila unità, in pratica 1,2 milioni di disoccupati in più. A ricordarlo è il ministero del Lavoro nel dossier stilato per il Piano Giovani. Analizzando più nel dettaglio i dati, emerge che nel 2012 “la percentuale di disoccupati da almeno 12 mesi superava il 52,5%, contro il 51,3% del 2011 e il 46,8% del 2007”.
Più marcato rispetto alla media risulta il tasso di disoccupazione relativo alle persone con bassi livelli di istruzione. Tra il 2007 ed il 2012 il tasso occupazionale di questa componente è diminuito del 3% per coloro che sono in possesso della sola licenza elementare e di 5,4 per le persone in possesso della sola licenza media. La fascia di età maggiormente colpita è senza dubbio quella dei giovani di età compresa tra i 15 ed i 24 anni: nel 2012 il tasso di disoccupazione giovanile si è attestato al 35,3% con un’ulteriore crescita nel primo semestre del 2013 (fino a toccare la soglia record del 40,4%). Ancora più allarmante è la situazione nel Mezzogiorno. Qui il tasso di disoccupazione giovanile rasenta il 45% mentre l’occupazione è ferma al 13,2%, contro una media nazionale del 18,6% e una media europea del 32,8%. Veniamo ora ai Neet, quei giovani che non lavorano e non studiano: la stima parla di 1,27 milioni di unità, pari quindi al 21% dei giovani della fascia 15-24 anni. Una componente questa che in Campania, Calabria e Sicilia supera addirittura il 30%.
Ed è proprio intorno ai giovani che si stringono le raccomandazioni europee e i progetti del governo italiano racchiusi nel piano per la Garanzia per i Giovani istituito dal Consiglio dell’Unione europea il 22 aprile 2013. L’Ue attraverso il documento invita gli Stati membri “a garantire ai giovani con meno di 25 anni un’offerta qualitativamente valida di lavoro, di proseguimento degli studi, di apprendistato o di tirocinio o altra misura di formazione entro quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema di istruzione formale”.
Entrando nel dettaglio il piano di raccomandazione del Consiglio dell’unione europea “sancisce un principio di sostegno ai giovani fondato su politiche attive di istruzione, formazione e inserimento nel mondo del lavoro; indica la prevenzione dell’esclusione e della marginalizzazione sociale come chiave strategica che deve ispirare l’azione degli Stati; innova profondamente il bilancio europeo, introducendo un finanziamento importante con valenza anche anticiclica nelle Regioni dove la disoccupazione giovanile risulta superiore al 25%; indica con chiarezza che l’obiettivo deve essere quello di realizzare risultati significativi, misurabili, comparabili e che l’azione cui tendono le politiche deve essere quello di offrire ai giovani l’accesso ad una opportunità di lavoro qualitativamente valida”.
In linea con la Raccomandazione europea, spiega il ministero del Lavoro, attraverso il Piano per la Garanzia Giovani, il nostro Paese attuerà una serie di misure per assicurare ai giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni una formazione adeguata alle loro attitudini e che li indirizzi verso il mondo del lavoro.

 

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