Meno cultura in Europa
Complice anche la crisi economica, sempre meno europei dedicano il proprio tempo alle attività culturali. Un trend, quest’ultimo, che coinvolge in maggior misura il nostro Paese: il 62% degli europei confessa di non partecipare ad alcuna attività culturale, percentuale che sale – e anche di molto – nel caso degli italiani (l’80%). Questo è quanto emerge dall’Eurobarometro, pubblicato dalla Commissione europea e secondo cui un italiano su due (il 49%, ad essere precisi) ha una “bassa pratica culturale”, in aumento rispetto alla rilevazione del 2007 (quando la percentuale si fermava al 40%) e leggermente più alta rispetto alla media Ue, al 34% (+4% rispetto all’ultimo studio).
Stando ai dati raccolti nel corso della rilevazione, condotta tra aprile e maggio con il coinvolgimento di ben 26 mila persone dei 27 Paesi dell’Unione europea, emerge inoltre che solo l’8% degli italiani ha dichiarato di avere un interesse “alto” e “molto alto”. Mentre è diminuito il consumo di programmi culturali in televisione e in radio (solo il 60% ha detto di averne visto ‘almeno uno’ negli ultimi 12 mesi: -14%). Ma gli italiani si dimostrano sempre meno attratti e disponibili a dedicare il proprio tempo anche in altri ambiti culturali: il 56% ha letto almeno un libro nel corso di un anno (in calo del 7% rispetto all’ultimo sondaggio). E’ diminuito dell’8% il numero delle persone che ha visitato monumenti storici e del 4% quello di chi si è recato in un museo o in una galleria. Diminuiscono – anche se lievemente – il numero di persone che hanno assistito ad uno spettacolo teatrale (-2%), ad un balletto (-3%) o è andata al cinema almeno una volta nell’ultimo anno (-1%).
E così nell’era della digitalizzazione emerge un paradosso: pur avendo a disposizione un maggior numero di strumenti rispetto al passato (si pensi alle potenzialità del web, come mezzo per la diffusione di informazioni e la fruizione di prodotti culturali) gli italiani si dimostrano poco pratici nel suo utilizzo: il 27% ha dichiarato di non farne mai uso, mentre il 20% ha ammesso di utilizzarlo non più di tre volte al mese.