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I minori in povertà assoluta in Italia

bambini_povertàIn Italia, un minore su dieci “vive in povertà assoluta”. Questo è quanto emerge nel 4° Atlante dell’Infanzia (a rischio), diffuso nella giornata di martedì da Save the Children. Il rapporto, presentato nel corso di una conferenza che ha visto la partecipazione dell’Autorità garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Vincenzo Spadafora, del dirigente nel Servizio studi di struttura Economica e Finanziaria della Banca d’Italia, Paolo Sestito, del direttore Dipartimento statistiche sociali e ambientali dell’Istat, Linda Laura Sabbadini, denuncia il peggioramento delle condizioni di molti adolescenti e bambini. Solo nell’ultimo anno, il numero complessivo dei bambini e degli adolescenti in stato di “povertà assoluta” è salito ad oltre un milione, ovvero il 30% in più rispetto allo scorso anno (+166mila solo nel Nord del Paese). Per inciso: il Sud – “già fortemente impoverito” – nel corso dell’ultimo anno ha conosciuto un “aumento relativamente più contenuto” (+20%), portando così a mezzo milione il numero dei minori in gravi difficoltà. Il rapporto certifica così il peggioramento delle condizioni di molti nuclei familiari con prole, basti pensare che dal 2007, quando erano 500 mila, gli adolescenti e i bambini in stato “di povertà assoluta” sono più che raddoppiati. Mentre un milione e 344 mila vivono in condizioni di disagio abitativo.
Complice la crisi economica, le famiglie italiane (il 12,7% delle quali, secondo i dati Istat, è “relativamente povero” mentre il 6,8% lo è in “termini assoluti”) si trovano costrette a rivedere il budget dedicato alla spesa. E così, tra il 2007 e il 2012, “la spesa media mensile dei nuclei con bambini si è ridotta di 138 euro (pari al 4,6%), quasi il doppio rispetto a quanto accaduto sul totale delle famiglie”. Solo nel corso dell’ultimo anno, ben 4 milioni e 400 mila nuclei familiari con prole (il 66% del totale) ha ridotto la qualità-quantità della spesa “per almeno un genere alimentare”.
Ma quali sono le voci di spesa che hanno subito i tagli più significativi? “I tagli – spiega Save the Children – sono andati a colpire soprattutto l’abbigliamento, i mobili e elettrodomesitici, la cultura, il tempo libero e i giochi: quelli più consistenti – si legge ancora nel rapporto – si registrano al Sud e al Centro (rispettivamente -2,56 e -1,82) per quanto riguarda il vestiario, al Nord per la sanità (-0,66%) e nuovamente nel Mezzogiorno per il tempo libero e la cultura (-0,90 punti percentuali)”.
“Ma chi sono – si chiede Save the Children – i bambini che non hanno il necessario per una vita dignitosa?” Le rilevazioni dimostrano che sono i figli di genitori disoccupati (+8,5% il tasso di povertà assoluta nelle famiglie senza occupati), oppure monoreddito (+3,1% l’escalation della povertà), o ancora bambini i cui genitori hanno un livello d’istruzione basso. “Fra i nuclei familiari con capo-famiglia privo di titolo di studio – conclude il rapporto – l’incidenza della povertà assoluta è stata del 3,1%”.

 

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