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Retribuzioni contrattuali in aumento dell’1,3%

retribuzioniAlla fine di novembre 2013 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 51,1% degli occupati dipendenti e corrispondono al 49,4,% del monte retributivo osservato.
Nel mese di novembre l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie rimane invariato rispetto al mese precedente e aumenta dell’1,3% nei confronti di novembre 2012. Complessivamente, nei primi 11 mesi del 2013 la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,4% rispetto al corrispondente periodo del 2012.
Con riferimento ai principali macrosettori, a novembre le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell’1,7% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.
I settori che a novembre presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: telecomunicazioni (4,0%); agricoltura (3,3%); chimica e metalmeccanica (entrambi 2,3%). Si registrano variazioni nulle in tutti i comparti della pubblica amministrazione.
Tra i contratti monitorati dall’indagine, nel mese di novembre sono stati recepiti due accordi e nessuno è scaduto.
Alla fine di novembre la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 48,9% nel totale dell’economia e del 34,0% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 31,2 mesi per l’insieme dei dipendenti e di 17,6 mesi per quelli del settore privato.
Alla fine del mese di novembre 2013 tra i contratti monitorati dall’indagine si è registrato il recepimento di due accordi (estrazione minerali solidi e calzature), mentre nessun accordo è venuto a scadenza. Pertanto alla fine di novembre 2013 sono in vigore 27 contratti che regolano il trattamento economico di circa 6,6 milioni di dipendenti che rappresentano il 49,4% del monte retributivo complessivo. Nel settore privato l’incidenza è pari al 67,6%, con quote differenziate per attività economica: la copertura è totale nel settore agricolo, mentre è del 72,3% nell’industria e del 61,8% nei servizi privati. Complessivamente i contratti in attesa di rinnovo sono 47 (di cui 15 appartenenti alla pubblica amministrazione) relativi a circa 6,3 milioni di dipendenti (di cui circa 2,9 milioni nel pubblico impiego).
L’indagine sulle retribuzioni contrattuali permette di calcolare la quota dei contratti collettivi nazionali di lavoro che resterebbero in vigore nel semestre successivo nell’ipotesi di assenza di rinnovi. Per il totale dell’economia l’incidenza dei contratti collettivi in vigore rispetto a quella rilevata a novembre 2013 rimarrebbe invariata nel mese di dicembre e subirebbe poi una forte contrazione a partire da gennaio 2014 (32,5%) per rimanere poi stabile fino a maggio 2014. Per il solo settore privato la quota di novembre, pari al 67,6%, si ridurrebbe alla fine del semestre al 44,5%.
L’indice per dipendente delle retribuzioni contrattuali per l’intera economia, proiettato per tutto l’anno sulla base delle disposizioni definite dai contratti in vigore alla fine di novembre, registrerebbe nel 2013 un incremento dell’1,5%. Con riferimento al semestre dicembre 2013-maggio 2014, in assenza di rinnovi il tasso di crescita tendenziale dell’indice generale risulterebbe dell’1,2%.

(fonte: Istat)

 

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