Marò, l’Italia presenta ricorso alla Corte Suprema indiana
Di fronte al rinvio di Nuova Delhi della presentazione dei capi di accusa nei confronti dei due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, il governo italiano ha deciso di presentare un ricorso alla Corte Suprema indiana. Lo riferisce l’agenzia di stampa Ansa. Stando a quanto si apprende la “petition” mira a “scongiurare l’uso di una legge antiterrorismo”.
“Il ricorso la Corte suprema a prendere posizione per ricordare agli investigatori e al governo indiano che la legge che New Delhi utilizza per reprimere la pirateria marittima (SUA Act) non è fra gli strumenti (codici, leggi e convenzioni) specificate dallo stesso massimo tribunale nelle sue sentenze del 18 giugno e 26 aprile 2013 per condurre l’inchiesta e processare Latorre e Girone. Una eventuale introduzione di questa legge, ha sostenuto la fonte, “cambierebbe radicalmente lo scenario del processo, perché si tratta di uno strumento antiterrorismo”, inapplicabile a personale militare italiano imbarcato in funzioni di lotta alla pirateria. Approvata nel 2002, il SUA act capovolge l’onere della prova sull’imputato, si estende in acque internazionali e prevede una richiesta automatica di pena di morte.