Berlusconi: “La legge è ugualmente ingiusta per tutti i cittadini”
In una lettera inviata da Silvio Berlusconi, iscritto oggi nel registro indagati per il Ruby ter, ad un convegno sulla giustizia organizzato da Domeinco Scilipoti , si legge: “In ogni aula di tribunale c’è una scritta: ‘la legge è uguale per tutti’. Nell’Italia di oggi potremmo tranquillamente dire: ‘la legge è ugualmente ingiusta per tutti i cittadini’. Voi sapete che nei nostri tribunali ci sono nove milioni di processi pendenti. Lo ha ricordato solo due giorni fa il ministro Cancellieri. Le nostre carceri esplodono, migliaia di detenuti si affollano in celle stracolme, molti in attesa di giudizio e, tra questi, molti innocenti, a causa di un uso aberrante della custodia cautelare. Chiunque voglia, al contrario, vedersi riconosciuta da un magistrato una propria ragione deve aspettare anni ed anni. Talvolta un decennio e più. E hanno il coraggio di chiamare tutto ciò giustizia. Questo convegno può aiutare a far comprendere che quello della giustizia è davvero uno dei primi problemi del Paese. Un problema che investe tutti gli ambiti della nostra vita: dalle libertà fondamentali, alla rappresentanza democratica, all’economia. E questo sistema mina dal profondo ogni aspetto del nostro vivere civile. Chiunque abbia avuto a che fare con un tribunale sa di cosa parlo. Qualunque azienda abbia cercato di far valere le proprie ragioni, sa quanto gli e’ costato e quanto ha dovuto aspettare. Ma c’è un aspetto ancora più grave dell’inefficienza, che mina davvero il nostro stato di diritto. Dal 1993 ad oggi il sistema giudiziario più ingiusto e inefficace dell’intero vecchio continente ha deciso di erigersi a paladino della democrazia. Ha deciso che i cittadini con il loro voto non erano in grado di scegliere da chi essere governati, ha deciso che la politica andava commissariata. O meglio, che una certa parte della politica andava commissariata. Il fondamento di ogni stato di diritto si basa su una centenaria divisione dei poteri: i cittadini scelgono, con il loro libero voto, la maggioranza dell’assemblea legislativa e il Governo; l’assemblea legislativa scelta dagli elettori fa le leggi; i magistrati, che sono un ordine dello Stato, e che sono, anzi dovrebbero essere, zelanti funzionari, applicano le leggi votate dal Parlamento. Questo è l’equilibrio dei poteri che garantisce libertà e democrazia. Quando invece sono i magistrati ad incidere, anzi, nel nostro caso, a decidere chi fa le leggi e chi governa, questi principi base vengono invertiti e sconvolti”.