Quirinale, il testo della richiesta di impeachment per Napolitano | T-Mag | il magazine di Tecnè

Quirinale, il testo della richiesta di impeachment per Napolitano

“Il Presidente della Repubblica in carica non sta svolgendo il suo mandato, in armonia con i compiti e le funzioni assegnatigli dalla Costituzione e rinvenibili nei suoi supremi principi. Gli atti e i fatti summenzionati svelano la commissione di comportamenti sanzionabili, di natura dolosa, attraverso cui il Capo dello Stato ha non solo abusato dei suoi poteri e violato i suoi doveri ma, nei fatti, ha radicalmente alterato il sistema costituzionale repubblicano.

Pertanto, ai sensi della Legge 5 giugno 1989, n. 219, è quanto mai opportuna la presente denuncia, volta alla messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica per il reato di attentato alla Costituzione.

Il Presidente della Repubblica, On. Giorgio Napolitano, nell’esercizio delle sue funzioni, ha violato – sotto il profilo oggettivo e soggettivo, e con modalità formali ed informali – i valori, i principi e le supreme norme della Costituzione repubblicana. Il compimento e l’omissione di atti e di fatti idonei ad impedire e a turbare l’attività degli organi costituzionali, imputabili ed ascrivibili all’operato del Presidente della Repubblica in carica, ha determinato una modifica sostanziale della forma di stato e
di governo della Repubblica italiana, delineata nella Carta costituzionale vigente. Si rilevano segnatamente, a seguire, i principali atti e fatti volti a configurare il reato di attentato alla Costituzione, di cui all’articolo 90 Costituzione.

1. Espropriazione della funzione legislativa del Parlamento e abuso della decretazione d’urgenza: “La forma di governo parlamentare, alla luce dell’attività normativa del Governo, pienamente avallata dalla connessa promulgazione da parte del Presidente della Repubblica, si è sostanzialmente trasformata in “presidenziale” o “direttoriale”, in cui il ruolo costituzionale del Parlamento è annientato in nome dell’attività normativa derivante dal combinato Governo-Presidenza della Repubblica”.

2. Riforma della Costituzione e del sistema elettorale. “Il Presidente della Repubblica ha formalmente e informalmente incalzato e sollecitato il Parlamento all’approvazione di un disegno di legge costituzionale volto a configurare una procedura straordinaria e derogatoria del Testo fondamentale, sia sotto il profilo procedimentale che sotto quello degli organi deputati a modificare la Costituzione repubblicana”.

3. Mancato esercizio del potere di rinvio presidenziale: “Il Presidente della Repubblica, recita l’articolo 74 della Costituzione, prima di promulgare un progetto approvato dalle due Camere, può rinviarlo al mittente, chiedendo una nuova deliberazione. Il rinvio presidenziale costituisce una funzione di controllo preventivo, posto a garanzia della complessiva coerenza del sistema costituzionale. Spiccano, con evidenza, alcuni mancati e doverosi interventi di rinvio presidenziale, connessi a norme viziate da incostituzionalità manifesta”.

4. Seconda elezione del Presidente della Repubblica. “Ai sensi dell’articolo 85, primo comma, della Costituzione “Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni”. E’, dunque, evidente che il testo costituzionale non contempla la possibilità dello svolgimento del doppio mandato da parte del Capo dello Stato”. Dunque “anche in occasione della sua rielezione, il Presidente della Repubblica – accettando il nuovo e doppio incarico – ha violato la forma e la sostanza del testo costituzionale, connesso ai suoi principi fondamentali”.

5. Improprio esercizio del potere di grazia. Si cita il caso della grazia ad Alessandro Sallusti e al colonnello Joseph L. Romano.

6. Rapporto con la magistratura: processo Stato-mafia. “Anche nell’ambito dei rapporti con l’ordine giudiziario i comportamenti commissivi del Presidente della Repubblica si sono contraddistinti per manifeste violazioni di principi fondamentali della nostra Carta costituzionale, con riferimento all’autonomia e all’indipendenza della magistratura da ogni altro potere statuale.

Inoltre, il Presidente della Repubblica ha sollevato Conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte costituzionale nei confronti della Procura della Repubblica di Palermo, in merito ad alcune intercettazioni telefoniche indirette riguardanti lo stesso Capo dello Stato” mostrando “un grave atteggiamento intimidatorio nei confronti della magistratura, oltretutto nell’ambito di un delicatissimo procedimento penale concernente la presunta trattativa tra le istituzioni statali e la criminalità organizzata”.

 

Scrivi una replica

News

Polonia: «Pronti ad ospitare armi nucleari». La replica del Cremlino

Armi nucleari in Polonia? La replica del Cremlino, come riporta la Tass, non si è fatta attendere: l’esercito russo adotterà le misure necessarie per garantire…

22 Apr 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

Ucraina, Kuleba all’UE: «Ora è il momento di agire, non di discutere»

«Possiamo prevenire gli scenari peggiori se agiamo insieme e senza paura. Oggi abbiamo bisogno di decisioni concrete e coraggiose per fornire all’Ucraina altri sistemi Patriot…

22 Apr 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

Israele, si dimette il capo dell’intelligence militare

Si è dimesso il capo dell’intelligence militare israeliana, Aharon Haliva. «Sabato 7 ottobre 2023 Hamas ha commesso un attacco a sorpresa mortale contro lo Stato…

22 Apr 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

Autonomia, voto finale in Commissione entro sabato

Fissata la scadenza: entro sabato 27, alle ore 18, la commissione Affari Costituzionali della Camera voterà il mandato ai relatori per l’Aula sull’Autonomia differenziata. Lo…

22 Apr 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »
Testata registrata presso il tribunale di Roma, autorizzazione n. 34/2012 del 13 febbraio 2012
Edito da Tecnè S.r.l - Partita Iva: 07029641003
Accedi | Disegnato da Tecnè Italia