La giornata contro gli sprechi alimentari
Oggi, 5 febbraio, si celebra la prima Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare. La giornata è stata istituita per sensibilizzare gli italiani sul tema. Lo spreco alimentare ogni anno arriva a toccare un valore di nove miliardi di euro. L’obiettivo è di dimezzare questa cifra entro il 2025, limite imposto dalla Commissione europea per tutta l’Unione.
Nel dettaglio, stando ai dati del rapporto Waste Watcher 2013, lo spreco annuale è di 8,7 miliardi di euro. Questo perché in media si gettano 213 grammi di cibo a settimana, per un costo di 7,06 euro settimanali a famiglia. Lo spreco alimentare domestico vale circa lo 0,5% del nostro Prodotto interno lordo. del Pil. Dal rapporto si evince che il 90% degli italiani considera molto o abbastanza grave lo spreco alimentare, il 78% si dichiara preoccupato da questo problema, mentre l’89% degli italiani chiede maggiore informazione sulle conseguenze dello spreco e consigli per ridurlo. Il 57% degli italiani dichiara di gettare “quasi mai” gli avanzi, il 27% dichiara di buttare cibo ritenuto “non più buono” meno di una volta alla settimana, il 14% almeno una volta a settimana. Il 55% dichiara invece di riutilizzare cibi da altri considerati scarti, mentre il 34% lo indirizza direttamente verso la pattumiera e il 7% lo usa per gli animali.
L’81% del campione degli intervistati è convinto che il singolo individuo sia in grado, mediante accortezze quotidiane, di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente e della natura, ma solo il 18% ritiene che le persone si impegnino veramente per tutelare l’ambiente e la natura.
Guardando alla ripartizione territoriale è possibile osservare come in Campania solo il 47% non getta via cibo quasi mai, contro il 68% della Liguria, il 66% della Sardegna e il 62% della Lombardia: regioni dove la tendenza a buttare via il cibo appare più bassa rispetto al resto d’Italia. Tra gli alimenti più gettati figurano la frutta, nel 51,2% dei casi, e la verdura, 41,2%. Segue il formaggio con il 30,3%, il pane fresco con il 27,8%, latte con il 25,2%, yogurt 24,5% e salumi con il 24,4%. Percentuali più basse se si considerano invece la pasta (9,1%), i cibi pronti (7,9%) e i precotti (7,7%).
Fra le motivazioni per cui si butta via il cibo al primo posto, con il 38,94%, c’è “aveva fatto la muffa”, seguito dal 32,31% dei casi in cui si giustifica “era scaduto”. O ancora, si legge nel rapporto, perché “l’odore o il sapore non sembravano buoni” (25,58%). In misura sensibilmente inferiore sono state indicate cause come “l’aver cucinato troppo cibo” (13,29%), “l’aver calcolato male gli acquisti” (13,15%), o addirittura motivazioni più “capricciose” come l’aver acquistato “cose che non piacevano” (6,61%).
Non solo alimenti. Con gli sprechi di cibo gettiamo infatti anche 1,226 milioni di metri cubi di acqua, circa la quantità consumata ogni anno da 19 milioni di italiani.