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Accede alla Rete un’Italia dai due volti

Internet è nel nostro Paese un elemento sempre più dirimente. Ma il divario con il resto d'Europa è ancora ampio

internetÈ un’Italia dai due volti quella che accede alla Rete. Perché internet è sì una risorsa – e lo è nella misura in cui sempre più persone hanno possibilità di collegarsi, le imprese di garantirsi strumenti innovativi e le pubbliche amministrazioni di snellire le procedure burocratiche –, ma al contempo un fattore non ancora definitivo nel processo economico. Almeno nel confronto con gli altri Paesi europei.
Per l’Ue l’utilizzo delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione rappresenta uno dei traguardi fondamentali delle politiche di inclusione sociale e culturale. In Italia – secondo quanto si apprende dal Rapporto Noi Italia 2014 dell’Istat – il 54,8 per cento della popolazione di sei anni e più utilizza internet, ma solo il 33,5 per cento lo fa quotidianamente. Le nuove generazioni utilizzano maggiormente internet: quasi nove giovani su dieci tra i 15 e i 24 anni si connettono e più della metà lo fa tutti i giorni. Dal 2001 al 2013 si registra un aumento consistente nella quota di utenti di internet di oltre 27 punti percentuali, mentre il numero di utenti che lo utilizza quotidianamente quasi si quintuplica (dal 7,1 per cento del 2001 al 33,5 per cento del 2013).
Ma nel confronto internazionale, ricorda l’Istat, il numero di utenti di internet in Italia nel 2012 è decisamente inferiore alla media europea: “La quota di persone di 16-74 anni che si è connessa almeno una volta a settimana negli ultimi tre mesi precedenti l’intervista si attesta al 53 per cento, a fronte di un valore medio per i paesi dell’Ue27 pari al 70 per cento. La posizione nazionale è simile a quella di Bulgaria, Grecia (50 per cento) e Portogallo (56 per cento), mentre Svezia, Paesi Bassi e Lussemburgo registrano valori uguali o superiori al 90 per cento”.
C’è poi un ulteriore aspetto da analizzare, vale a dire la qualità dei mezzi tecnici con cui ci si connette. Che rappresenta uno degli indicatori chiave individuati dall’Unione europea per misurare il digital divide. In Italia – questi i dati – il 59,7 per cento delle famiglie accede alla rete da casa utilizzando una connessione a banda larga. Dal 2006 al 2013 aumenta considerevolmente la quota di famiglie che dispongono di una connessione veloce per accedere a internet da casa (dal 14,4 per cento del 2006 al 59,7 per cento del 2013). Ma anche qui, a destare preoccupazione, è il confronto con quanto avviene nel resto d’Europa. “La quota di famiglie con almeno un componente tra i 16 e i 74 anni che possiede un accesso ad internet da casa mediante banda larga – scrive l’Istat nel rapporto – è pari al 55 per cento contro il 73 per cento della media europea. Dopo l’Italia troviamo solo Bulgaria, Grecia e Romania (intorno al 50 per cento), mentre Svezia, Regno Unito, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi e Germania registrano un tasso di penetrazione che supera l’81 per cento. La disponibilità nelle famiglie di una connessione a banda larga presenta una sensibile variabilità territoriale”.
Eccola, dunque, la ripartizione nei nostri territori: “Nelle regioni del Centro-Nord il 62,4 per cento delle famiglie dispone di una connessione veloce; in particolare, le più munite sono nella provincia autonoma di Bolzano (68,2 per cento), nel Veneto (65,6 per cento), nell’Emilia-Romagna (64,2 per cento) e in Lombardia (64,0 per cento). Nelle regioni del Mezzogiorno la quota delle famiglie che dispone di un accesso alla rete mediante banda larga scende al 53,9 per cento. Le regioni più svantaggiate sono il Molise (49,9 per cento), la Calabria (51,1 per cento) e la Sicilia (51,5 per cento)”. Dall’indagine emerge tuttavia un divario tecnologico che, al di là delle infrastrutture, dipende anche dalle differenze di tipo generazionale, culturale ed economico. Tra le famiglie costituite da sole persone di 65 anni (e più), appena il 12,2% dispone di una connessione a banda larga, mentre tra le famiglie con almeno un minorenne la quota sale all’84,8 per cento. Le differenze territoriali permangono anche a parità di tipologia familiare: ad esempio, nel Centro-Nord l’89,1 per cento delle famiglie con almeno un minorenne possiede un accesso a banda larga, mentre nel Mezzogiorno la quota scende al 77,2 per cento.

 

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