Tre proposte per risollevare il settore immobiliare
Sono tre le linee guida proposte da Confedilizia al Governo con il fine di rilanciare il settore immobiliare italiano. Innanzitutto è opportuno specificare che oltre a non costare nulla all’apparato statale e locale, il piano potrebbe addirittura generare entrate, consentendo inoltre di risparmiare sulle spese già esistenti.
Sono tre misure, spiega Confedilizia, praticate solo all’estero, che potrebbero rivitalizzare il settore degli scambi immobiliari, portando fiducia ed entusiasmo nell’avvenire a tutti gli italiani di buona volontà.
Il primo punto prevede l’introduzione di agevolazioni fiscali per le permute immobiliari, una modalità che consentirebbe di sbloccare quegli immobili che ad oggi si trovano in fase di stallo e risultano invenduti. Permettendo una riqualificazione del patrimonio edilizio esistente impedendo allo stesso tempo lo spreco di territorio per nuove costruzioni. Non solo una misura del genere ridarebbe vita ad un’attività edilizia che negli ultimi tempi è andata sempre peggiorando, contribuendo inoltre al ripristino e alla creazione di posti di lavoro. Una soluzione che, secondo Confedilizia, potrebbe generare anche gettito per l’erario.
La seconda proposta riguarda l’introduzione di una disposizione che tenda “a diminuire il gravame fiscale locale attraverso il trasferimento a comitati spontanei di cittadini dell’organizzazione di servizi e della manutenzione di strade e piazze, in cambio di una detassazione relativa all’Imu, alla Tasi o ad altri tributi locali. Un’ applicazione pratica, concreta, antiburocratica (che salva da una smodata fiscalità) del
principio di sussidiarietà”.
La terza proposta consiste invece nell’attribuire ai Comuni la facoltà di permettere ai proprietari l’affrancamento di un immobile o terreno edificabile dall’Imu e dalla Tasi tramite il pagamento di un numero di annualità delle imposte che ciascun ente può determinare. Il bene affrancato dall’Imu e dalla Tasi con un versamento acquisirebbe un più rilevante valore di mercato. A loro volta i Comuni potrebbero aver interesse a un introito immediato di forti somme, da destinare per esempio ad investimenti o anche per risanare il bilancio, fra l’altro liberandosi così dalle incombenze burocratiche (con relativi costi) legate all’imposizione, e anche dal possibile contenzioso.
Non solo. Confedilizia propone anche il ripristino della deduzione Irpef del 15 per cento per i redditi da locazione; l’estensione dell’esenzione Imu per gli immobili invenduti; la liberalizzazione delle locazioni ad uso diverso dall’abitativo; la fissazione per legge al 4 per mille dell’aliquota Imu per gli immobili locati; l’eliminazione della tassazione Irpef delle case non affittate; e la semplificazione della cedolare secca sugli affitti e l’ampliamento del suo ambito di applicazione.