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Le previsioni della Commissione europea

commissione_europeaLa Commissione europea rivede al ribasso le proprie stime sulla crescita per l’Italia. Il nostro Paese crescerà meno rispetto alle previsioni, quindi. Tutto questo nonostante la ripresa economica “si sta rafforzando” in tutta l’Unione europea. Riviste (al ribasso) le previsioni relative all’economia italiana, che nel 2014 dovrebbe crescere dello 0,6%. A novembre le stime erano – leggermente – più positive: 0,7%. Non cambiano le previsioni per il 2015, quando il Pil italiano dovrebbe crescere dell’1,2%. Nel corso dell’anno l’Eurozona dovrebbe, in condizionale è d’obbligo, crescere il doppio rispetto a quanto farà l’economia italiana (+1,2%). Dovremmo assistere ad una crescita più consistente (+1,8%) nel 2015. Diverse – e lievemente meno positive – le stime previste dall’esecutivo comunitario a novembre: +1,1% nel 2014 e +1,7% l’anno successivo. In linea con le previsioni dell’ormai ex ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, quelle relative al deficit italiano che dovrebbe attestarsi al 2,6% del Prodotto interno lordo, in calo rispetto al 2,7% stimato sul finire del 2013.
Nel presentare i propri dati, la Commissione osserva però come il deficit strutturale sia destinato (qualora non vengano adottate misure correttive) a risalire nel corso del 2015 allo 0,8% del Prodotto interno lordo.
“Grazie a un rafforzamento della domanda estera, proveniente anche dai partner commerciali della zona euro, l’attività industriale italiana dovrebbe crescere, seguita dal settore dei servizi”, osserva la Commissione. E così nel corso del 2014, l’export dovrebbe crescere del 3,3%, ben più alta la crescita nel 2015 (+4,9%). Novità anche sul fronte del debito pubblico: il passivo dovrebbe attestarsi a quota 133,7% nel 2014 e al 132,4% del Pil nel 2015. La ripresa economica sarà però accompagnata da un tasso di disoccupazione “che – secondo il parere del commissario agli Affari economici Olli Rehn – resterà a livelli non accettabili”. In Italia si attesterà al 12,6% nel 2014 e al 12,4% l’anno successivo. A dicembre del 2013 e secondo i dati Istat, il tasso di disoccupazione è stato pari al 12,7% (+1,2% su base annua). Una volta riferiti i dati della Commissione, il commissario agli affari economici, Olli Rehn, ha invitato ad “evitare il giusto ottimismo, ma anche l’eccesso di pessimismo, perché – spiega – non aiuta il progresso e mina la fiducia”.

 

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