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Marino: “Non chiamatelo Salva-Roma, sono soldi dei romani”

Il sindaco della Capitale, Ignazio Marino, l’indomani del “no” al decreto Salva Roma ha detto: “Io da domenica blocco la città. Quindi le persone dovranno attrezzarsi, fortunati i politici del palazzo che hanno le auto blu, loro potranno continuare a girare, i romani non potranno girare. Il governo deve dire con chiarezza se ci dà gli strumenti legislativi per risanare una volta per tutte. Roma deve poter spendere solo ed esclusivamente i soldi che ha. Non è più il periodo delle chiacchiere, è il periodo dei fatti”.
“Non si chiama Salva Roma – ha aggiunto il Primo cittadino – i soldi che stanno in quello che voi giornalisti avete chiamato Salva Roma sono soldi delle tasse dei romani che devono essere restituiti ai romani. Non ce li hanno ridati, il governo italiano ce li deve ridare, deve restituire a Roma ciò che è di Roma. Diciamolo con chiarezza: per marzo non ci saranno i soldi per i 25mila dipendenti del Comune, per il gasolio dei bus, per tenere aperti gli asili nido o raccogliere i rifiuti e neanche per organizzare la santificazione dei due Papi, un evento di portata planetaria. I romani hanno ragione, dovrebbero inseguire la politica con i forconi. Lo sa che qui a Roma bisogna ancora pagare i terreni espropriati nel 1957 per costruire il villaggio Olimpico? Ma si può continuare a governare così la Capitale d’Italia? Ho grande rispetto per Matteo Renzi e non c’è bisogno di sentirsi. Sono sicuro che questa mia preoccupazione sia anche sua. Roma è la Capitale del paese di cui Matteo Renzi è presidente del Consiglio.
Nelle prossime ore mi sottoporranno i provvedimenti in forma scritta e su quello si giudicherà. Il governo sta lavorando con i nostri vertici amministrativi, dal segretario generale del Campidoglio a quello di Palazzo Chigi fino ai vertici del Mef. Io mi sento rassicurato dal fatto che a Palazzo Chigi ci sia un uomo rigoroso e che ha una conoscenza dettagliata del funzionamento amministrativo dei Comuni come Graziano Delrio e sono certo che questa mia preoccupazione sia anche la sua. Se la linea deve essere quella del M5s e Lega, ovvero chiamiamo Nerone e bruciamo Roma con tutti i romani, io non sono pronto a fare l’ufficiale liquidatore della Capitale di un paese del G8”

 

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