Il commento di Carlo Verdone al film “La grande bellezza” | T-Mag | il magazine di Tecnè

Il commento di Carlo Verdone al film “La grande bellezza”

Certe volte il destino ti spiazza nella vita. Per un attore di commedie forse l’ultima idea che gli può venire in mente è quella di ottenere un Oscar. “Ma quando mai!” Ed è anche molto arduo per chi fa cinema d’autore auspicare un giorno quella terrificante scalata che porta alla selezione finale. E invece le sorprese esistono. Anche quelle più incredibili.
Difficile comprendere le reali emozioni che questo film difficile abbia trasmesso al pubblico. Chi lo ha amato profondamente e chi si è annoiato profondamente. L’unanimità non è mai esistita e mai esisterà.
Io credo che la Grande Bellezza abbia bisogno di un pubblico sensibile, in grado di stupirsi e di farsi rapire, dalle immagini potenti, mistiche, folli, azzardate ricche di profonda malinconia e psichedelia.
Sbaglia chi vede in Roma la protagonista di questo film. La vera protagonista è l’umanità di oggi: sbandata, immorale, folle e profondamente sola. E Roma è solo una grande scenografia di questo cimitero monumentale in cui anime in pena si trascinano stancamente da un luogo all’altro.
E’ un film profondamente nostalgico, dove il ricordo di epoche piene di ideali rende questa città sontuosa, unica nella sua bellezza. Una bellezza oggi sfregiata da una sciatteria disarmante. Una città abbandonata da chi doveva decidere e non ha deciso. Da chi doveva operare per il bene comune e ha operato solo per il proprio bene. Da chi doveva preservarla dal perenne saccheggio ed è stato anche lui complice di abominevoli rapine. Il film non lo dice perché ne mostra immagini metafisiche, senza auto e senza gente. Ma nel percorso notturno di Sorrentino c’è una forte nostalgia per il passato e un forte disprezzo per il presente. Ma nonostante tutto Roma è ben più forte della fragile umanità che neanche si accorge più di lei. E tutti noi, nei nostri ruoli, abbiamo ben interpretato la debolezza e la confusione di questo periodo storico privo di ideali, di dignità e di virtù.
Molti mi chiedono cosa si prova ad aver fatto parte di un cast che ha vinto l’Oscar. Rispondo che è un’emozione forte per mezza giornata. Un miracolo assolutamente inaspettato. Ma dopo un po’ il tuo pensiero va al bene che può fare questo riconoscimento all’intero cinema italiano. Ci sarà più coraggio? Ci sarà più azzardo nel mettere alla prova nuovi autori? Ci sarà un piccolo risveglio verso la qualità? Questa è la considerazione più sincera che fai dopo un simile evento. Le altre non hanno più molto senso.

(fonte: www.carloverdone.com)

 

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