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Quanto spendiamo per la Difesa

di Mirko Spadoni

f35Per Pechino è un bisogno irrinunciabile. Accade così che – nonostante la crescita economica cinese non sia più quella di un tempo (nel 2013, il Pil ha registrato un incremento del 7,7%) – il budget destinato alla difesa cresca ancora (+12,2% rispetto ad un anno fa), attestandosi a 808,23 miliardi di yuan, ovvero 132 miliardi di dollari. “Quest’anno – ha spiegato qualche giorno fa il premier cinese Li Keqiang – con l’obiettivo del Partito di rafforzare le forze armate secondo le nuove condizioni, continueremo ad aumentare le loro capacità di deterrenza”. Una scelta che non sorprende: negli ultimi anni, la spesa militare cinese è cresciuta a ritmi vertiginosi, si è così passati dai 14,6 miliardi di dollari del 2000 ai 114,3 del 2013 e il 132 previsti per l’anno in corso. Cifre decisamente superiori a quelle stanziate ed investite dall’Italia. Per il 2014, il volume finanziario della Difesa è stimato attorno ai 20,2 miliardi di euro (il 1,26% del Pil). Tanti soldi, senza dubbio. Necessari però per sostenere le parecchie voci di spesa: il personale, le missioni internazionali e gli investimenti. Parte dei fondi (5.638 milioni di euro) è destinata alla “funzione sicurezza territorio” (i fondi destinati all’Arma dei carabinieri, tanto per intenderci). Un’altra fetta – la più abbondante – andrà invece alla cosiddetta “funzione Difesa”, ovvero tutte le spese necessarie all’assolvimento dei compiti militari specifici di Esercito, Marina ed Aeronautica, nonché della componente interforze e della struttura amministrativa e tecnico industriale del ministero della Difesa. Il personale, composto da 177.300 unità (102.800 dell’Esercito, 32.125 della Marina Militare e 42.375 dell’Aeronautica), assorbe buona parte dei fondi stanziati: solo nel 2013, ha ricevuto ben 9.6 dei 14.6 miliardi totali messi a disposizione (lo 0,87% del Pil). Fondamentali per mantenere le tante unità impegnate nelle diverse missioni internazionali: in tutto sono 6.650. La maggior parte delle quali, come sottolineato anche dall’Istituto Affari Internazionali in Bilanci e industria della Difesa, dislocate in Afghanistan (4.000), Libano (1.094), Kosovo (848) e Somalia (261). Senza dimenticare anche il costo di tali missioni: ben 772.7 milioni di euro vengono utilizzati in Afghanistan, 157 in Libano e 108.3 nei Balcani (Albania, Bosnia, Kosovo, FYROM). Meno onerose le missioni nell’Oceano Indiano e Corno d’Africa (52,4 milioni di euro), nel Mediterraneo e Medio Oriente (31,5) e nelle altre missioni (Georgia, Sudan, Sahel/Niger, India/Pakistan): 700mila euro. I costi comuni si aggirano invece attorno ai 157 milioni di euro. Nasce però una domanda: come vanno le cose nel resto del mondo? Stando ai dati dei ricercatori dell’istituto britannico IHS Jane’s, la spesa militare mondiale corrisponde a 1.547 miliardi di dollari, in crescita (+0,6%) dopo un calo costante registrato per cinque anni consecutivi. Singolarmente e pur mantenendo ancora il primato con il 37% del totale (nel 2010 era il 42%), gli Stati Uniti hanno ridotto considerevolmente i fondi destinati alla difesa: nel 2013, secondo lo studio The Military Balance 2014 del think-tank statunitense International Institute for Strategic Studies (IISS), Washington investirà 600 miliardi di dollari (582 nel 2014), mantenendo ancora a debita distanza altre due superpotenze: Cina e Russia. Una distanza destinata – salvo imprevisti – a ridursi, Mosca ha infatti deciso di aumentare il budget destinato alla difesa, che crescerà da qui ai prossimi tre anni del 37,5%, raggiungendo i 108,7 miliardi di dollari. Nel 2013, ne ha spesi 68.

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