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#laSvoltabuona di Matteo Renzi

di Matteo Buttaroni

matteo_renziQuello che è emerso dal sesto, e forse il più atteso, Consiglio dei ministri dell’era Renzi è, in primis, un cambiamento dell’aspetto comunicativo. Il presidente del Consiglio ha infatti intrapreso una conferenza stampa diversa dal solito “a tu per tu” con i giornalisti: ha mostrato delle slide. L’ormai famoso motto #laSvoltabuona, a sua volta evoluzione del precedente #lavoltabuona, da hashtag si è infatti tramutato nel titolo di un file pdf. Questo cambio comunicativo rappresenta in pieno l’intento di Renzi: combattere contro il principio del “si è sempre fatto così”.
Nel corso della presentazione il premier ha confermato l’obiettivo di cambiare la Pa, il fisco e la giustizia entro cento giorni, ricordando tuttavia che questo non rientra però nel pacchetto di riforme affrontate nel Cdm di mercoledì 12 marzo. Quello di cui non parliamo, ha sottolineato il premier durante la conferenza stampa, “è la messa online delle spese, il punto riguardante il fatto che il manager pubblico non può guadagnare più del presidente della Repubblica, la questione della dichiarazione fiscale precompilata a casa nel 2015, il superamento dell’attuale sistema di Tar e la Fatturazione elettronica”.
“I tre paletti di oggi – spiega il premier – sono la politica, l’economia e l’occupazione”. La svolta politica riguarda soprattutto la legge elettorale, quindi lo stop alle larghe intese e lo stop i ricatti dei piccoli partiti. Senza poi dimenticare la riforma Costituzionale del Senato (mai più fiducia e legge di bilancio al Senato, ritiro di 315 stipendi senatoriali e conseguente legislazione più spedita). Altra svolta politica consiste nella riforma del Titolo V della Costituzione con relativo stop alla legislazione concorrente tra Stato e Regioni, andando verso una sempre più reale semplificazione.
L’obiettivo primario di quest’ultimo punto è lo stop definitivo, dal 25 maggio, alle elezioni provinciali per vertere poi verso l’abolizione totale.
Pronto anche l’intervento per dare scacco alla corruzione: il Cdm ha candidato Raffaele Cantone (Magistrato e grande conoscitore della criminalità organizzata in prima linea nella lotta alla Camorra) alla guida dell’Autorità contro la Corruzione.
La riunione dei ministri ha inoltre stabilito che circa 1.500 auto blu finiranno all’asta.
Passando alla svolta economica il presidente ha annunciato lo sblocco totale del pagamento dei debito della Pa: il disegno di legge prevede di versare 68 miliardi entro luglio (che si andranno ad aggiungere ai 22 miliardi già pagati dai governi precedenti). Una misura che secondo il premier rappresenta un segnale forte del fatto che “questo governo rispetta i patti. Cosa non sempre accaduta”. Altro punto è il rafforzamento del fondo di garanzia per il credito alle piccole e medi imprese. Il premier torna poi sul piano scuola annunciando lo sblocco di 3,5 miliardi per rendere gli edifici scolastico più sicuri rilanciando lo stesso settore edilizio.
Tra le misure previste ci sono anche dieci miliardi di euro per consentire l’aumento della detrazione Irpef in busta paga ai lavoratori dipendenti sotto i 25 mila euro di reddito lordi, circa 10 milioni di persone, dal 1° maggio prossimo, per un ammontare di circa 1000 euro netti annui a persona.
Il Cdm ha inoltre approvato un provvedimento contente, tra le altre cose, interventi di semplificazione sul contratto a termine e sul contratto di apprendistato per renderli più coerenti con le esigenze attuali del contesto occupazionale e produttivo: “per il contratto a termine- si legge nella nota diffusa da Palazzo Chigi – viene prevista l’elevazione da 12 a 36 mesi della durata del primo rapporto di lavoro a tempo determinato per il quale non è richiesto il requisito della cosiddetta causalità, fissando il limite massimo del 20% per l’utilizzo dell’istituto. Viene inoltre prevista la possibilità di prorogare anche più volte il contratto a tempo determinato entro il limite dei tre anni, sempre che sussistano ragioni oggettive e si faccia riferimento alla stessa attività lavorativa”. Per quello di apprendistato “si prevede il ricorso alla forma scritta per il solo contratto e patto di prova (e non, come attualmente previsto, anche per il relativo piano formativo individuale) e l’eliminazione delle attuali previsioni secondo cui l’assunzione di nuovi apprendisti è necessariamente condizionata alla conferma in servizio di precedenti apprendisti al termine del percorso formativo. È inoltre previsto che la retribuzione dell’apprendista, per la parte riferita alle ore di formazione, sia pari al 35% della retribuzione del livello contrattuale di inquadramento. Per il datore di lavoro viene eliminato l’obbligo di integrare la formazione di tipo professionalizzante e di mestiere con l’offerta formativa pubblica, che diventa un elemento discrezionale”.
Altro punto cardine della riunione di mercoledì è l’emergenza abitativa. Il decreto legge proposto da Renzi e Lupi prevede interventi per un miliardo e 741 milioni di euro destinati al sostegno all’affitto a canone concordato, all’ampliamento dell’offerta di alloggi popolari e allo sviluppo dell’edilizia residenziale sociale.

 

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