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Crescita modesta nel 2014

crisi-economicaSecondo la società Ref Ricerche lo scenario economico internazionale può essere sintetizzato in sette punti principali: Recovery, Tapering, Currency wars, Re-shoring, Shale Gas, Spread e Spending Review. Per quanto riguarda l’Italia, l’anno in corso sarà caratterizzato da una crescita ancora modesta, destinata ad impennare nel 2015 a patto “di non cadere in una fiscal stance restrittiva, e se il vento dei mercati finanziari continuerà a soffiare a nostro favore”.
“L’economia italiana – spiega ancora Ref – registrerà un graduale rafforzamento, grazie allo scenario di crescita dell’area euro, alle condizioni finanziarie favorevoli, e al superamento della fase restrittiva della politica di bilancio. Le chances di un consolidamento della ripresa sono legate alla capacità del nuovo governo di concordare una revisione dei target europei. Una diluizione dei tempi per il pareggio di bilancio è condizione perché il recupero ciclico appena iniziato possa consolidarsi”.

I sette punti principali
Recovery: la ripresa è iniziata da circa un anno, coinvolgendo gradualmente tutte le economie avanzate. I paesi della periferia hanno seguito il ciclo internazionale con ritardo, l’Italia arriva per ultima. Gli indicatori segnalano che anche la prima parte del 2014 sarà segnata dal recupero del ciclo.
Tapering: fine della crisi vuol dire anche porre termine alle condizioni monetarie eccezionalmente accomodanti degli ultimi tempi. La Fed ha iniziato a normalizzare le condizioni monetarie, ma con estrema gradualità. I tassi d’interesse non si muoveranno ancora per diversi mesi, ma quelli a lunga scadenza hanno già iniziato a risentire del cambiamento di tendenza.
Currency wars: l’inversione della politica monetaria Usa rischia di frenare i mercati finanziari, che negli ultimi due anni hanno trovato ampio sostegno nell’abbondante liquidità immessa dalla Fed. Per ora le tensioni si sono accumulate nei paesi emergenti. Ne sta seguendo un’ondata di svalutazioni che ha profondamente mutato gli equilibri valutari internazionali. Per ora a farne le spese potrebbe essere proprio l’area euro.
Re-shoring: il mondo cambia velocemente. Quella che sembrava una tendenza ineluttabile alla delocalizzazione dell’industria si sta rapidamente invertendo. Le convenienze relative si sono modificate, molte economie avanzate hanno saputo riequilibrare i costi di produzione e stanno riportando in patria una parte dell’industria perduta.
Shale gas: Sono i costi competitivi dell’energia uno dei fattori che hanno permesso all’economia americana di attrarre alcuni settori. Le prospettive di aumento dell’offerta di commodities energetiche non sono ancora chiare, ma è certo che nel giro di pochi anni gli scenari sul prezzo del petrolio sono divenuti decisamente meno allarmanti rispetto a quanto si paventava.
Spread: le condizioni finanziarie migliorano molto nelle economie della periferia europea. La Bce ha avuto ragione nell’orientare i mercati, forte degli sforzi di consolidamento fiscale degli anni passati, e nonostante l’avversione da parte tedesca. Se riusciamo nell’intento di portare lo spread a 100, anche per l’Italia si configura un miglioramento delle prospettive.
Spending Review: Abbassate le tasse… la parola alle coperture. Può essere una buona idea quella di abbassare il carico fiscale e alleggerire la stretta dopo un triennio di risanamento a tappe forzate. Una copertura piena dello sgravio rischia di avere nel breve periodo un impatto negativo sulla domanda. Meglio allentare la morsa, e cercare di posticipare i target del fiscal compact. Se quest’anno tocchiamo il 3 per cento, ma manteniamo il target del pareggio del bilancio dopo due anni e la regola di discesa del debito, forse non è stata una buona idea.

Le stime per l’Italia
Stando alle previsioni Ref, il prodotto interno lordo dell’Italia crescerà nel 2014 solo dello 0,6%, e dell’1,4% nel 2015. La disoccupazione rimarrà piuttosto elevata attestandosi al 12,8 nel 2014 e scendendo appena nel 2015, al 12,6%. Guardando al commercio, il Ref stima, per il 2014, una crescita del 2% delle importazioni e del 3% delle esportazioni. Percentuali che salgono rispettivamente al 4,4% e al 3,8% nelle stime per il 2015. L’indice dei prezzi al consumo crescerà invece dello 0,8% nel 2014 e dell’1,2% nell’anno a seguire.
Nell’anno in corso il rapporto deficit/pil si attesterà al 3%, mentre il prossimo scenderà al 2,7%. Per il 2014 l’istituto stima un debito pubblico al 133,9% del Pil e un calo di appena lo 0,3% per il 2015.

(fonte: Ref)

 

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