Lavoro, il ministro Poletti: “Dobbiamo cambiare passo”
“Davvero pensiamo di poter andare avanti sul piano del lavoro con contratti costruiti su modelli vecchi di 100 anni? Un contratto, quando va bene, ha 250 pagine, quando va male 350. Siccome il lavoro è metà della mia vita, il contratto dovrebbe interpretare la relazione fra me e l’impresa e la nostra intelligenza dev’essere capace di farci interpretare il lavoro di oggi, che è più pieno di sapere e partecipazione attiva”. A dirlo è stato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Il ministro, intervenuto all’Università di Verona, ha anche detto: “L’Italia deve cambiare radicalmente passo e lo deve fare anche il mondo del lavoro e dell’impresa, prima di tutto sul piano culturale”. “Io non critico il sindacato, ma la cultura, il nostro pensiero, il non aver avuto il coraggio e l’intelligenza di capire ciò che stava cambiando – ha aggiunto il ministro -. Adesso l’Italia non può fare a meno di cambiare radicalmente: farlo in poco tempo vuol dire rischiare di più, ma non si può evitare di farlo”.