Le potenze economiche del futuro
Il ritmo di crescita del Pil reale dell’Africa sub-sahariana è paragonabile a quello dei Paesi asiatici con le migliori performance. L’incremento medio annuo dell’area, avevamo già visto, è del 5% con picchi per Angola (13,8%), Uganda (10,4%) e Tanzania (7,4%). In generale, però, a registrare il tasso di crescita più costante negli ultimi anni è stata la Nigeria. La conferma arriva poi dalle nuove stime del National Bureau of statistics, secondo cui nel 2013 Abuja ha superato il Sudafrica divenendo così la prima economia del continente. Il motivo che ha permesso alla Nigeria un tale balzo a discapito dell’unico Paese africano del G20 è da ricercarsi soprattutto nell’incremento degli investimenti stranieri diretti nel Paese. Il Pil della Nigeria è perciò schizzato, oltre il 60%, arrivando fino a 453 miliardi di dollari nel 2012. Curioso, inoltre, lo sviluppo del cinema in Nigeria. Con una produzione di quasi duemila film l’anno Nollywood (l’industria del cinema nigeriana, appunto) incide sul Pil per l’1,3%, oltre cioè cinque miliardi (3,7 miliardi di euro).
Al contrario, lo sviluppo delle economie dell’Asia orientale, crescerà più lentamente del previsto durante l’anno. La Cina crescerà del 7,6% nel 2014, in calo dal 7,7% che era stato previsto nel mese di ottobre. La Thailandia, invece, vedrà aumentare il proprio Pil del 3%, 1,5 punti percentuali in meno rispetto a quanto ipotizzato sei mesi fa.
Intanto, dopo i Brics, ecco comparire i Paesi cosiddetti Mint. Sono i nuovi Brics, a spiegarla superficialmente, vale a dire Messico, Indonesia, Nigeria e Turchia. Racconta Il Sole 24 Ore che a coniare la nuova sigla sia stato Jim O’Neill, economista britannico ed ex chief economist della Goldman Sachs, a margine del Workshop Ambrosetti, in pratica lo stesso che per primo utilizzò la formula Brics. Mostrando un grafico del Fondo monetario internazionale, è emerso come nel 2050 le prime economie saranno Cina, con il 23% del Pil mondiale, Stati Uniti (13%) e subito dopo India (8%), Brasile (4%), Giappone (3%), Russia (3%), Indonesia (3%), Messico (2%), Gran Bretagna (2%) e al decimo posto la Germania (2%). “I suoi vecchi Brics sono tutti nelle prime sei posizioni, mentre i nuovi Mint, nei primi quindici posti. Questi sono i nuovi punti di forza del mondo e da questo non si può prescindere”, scrive Il Sole 24 Ore.