I numeri della fecondazione assistita
A dieci anni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale la tanto criticata legge numero 40, che disciplina la procreazione assistita nel nostro Paese, è stata dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale. Un dubbio, quello di incostituzionalità, sollevato dai Tribunali di Milano, Catania e Firenze e un provvedimento contro il quale, recentemente, già la Corte di Strasburgo per i diritti umani aveva puntato il dito. In particolare l’illegittimità riguarda il divieto alla procreazione etorologa, ovvero quella che avviene mediante cellule gametiche, spermatozoi o ovociti, appartenenti ad un membro al di fuori della coppia.
Delle quattromila coppie italiane che decidono di andare all’estero per ricorrere alla fecondazione artificiale, la metà lo fa per ricorrere a quella eterologa (illegale in Italia, finora), l’altra metà sceglie invece di andare all’estero anche per ricorrere a trattamenti che il nostro Paese già permette.
Secondo l’osservatorio sul turismo procreativo, che prende in esame dati raccolti da 39 centri esteri, le mete più ricercate per la pratica sono la Spagna, la Svizzera, l’Austria, il Belgio, la Danimarca, la Grecia, la Gran Bretagna, la Repubblica Ceca e l’Ungheria. Gli italiani rappresentano il 31,8% del turismo procreativo verso questi sei Paesi. Il Paese più “frequentato” in questo senso è la Spagna, con Madrid e Barcellona capitali della fecondazione assistita, alla quale si rivolgono circa 950 coppie italiane (stando ai dati reperiti da soli otto centri). Seguono la Svizzera con 630 e la Repubblica Ceca con 204.
La decisione della Corte Costituzionale è però difficile da digerire per il mondo cattolico. Su tutte, risulta aspra la reazione di Famiglia Cristiana: “Questa sentenza – spiega il settimanale – ignora il diritto del neonato, che è il soggetto più debole e indifeso, ad avere un padre e una madre riconoscibili e riconosciuti e assolutizza in maniera pericolosa il presunto diritto, da far valere a tutti i costi, a diventare genitori. In questi dieci anni di vita, nonostante le picconate sistematiche arrivate dai tribunali italiani, la legge 40 ha avuto il grande merito di porre un limite etico sul tema della procreazione assistita fissando dei paletti precisi, arginando lo strapotere della tecnica e privilegiando, nei casi di coppie assolutamente infertili, il ricorso all’adozione. Ora si apre un Far west che rischia di travolgere tutto”.