In calo le stime su inflazione e disoccupazione
“Le aspettative di inflazione a medio-lungo termine per l’area rimangono saldamente ancorate in linea con l’obiettivo del Consiglio direttivo di mantenere i tassi di inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2%”. Così la Banca centrale europea nel bollettino di maggio. “In prospettiva – si legge ancora -, il Consiglio direttivo seguirà gli andamenti economici e i mercati monetari con molta attenzione. Esso manterrà un elevato grado di accomodamento monetario e interverrà con prontezza, se necessario, attraverso un ulteriore allentamento della politica monetaria. Il Consiglio direttivo ribadisce con fermezza che continua ad attendersi tassi di interesse di riferimento della BCE su livelli pari o inferiori a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo. Tale aspettativa si fonda su prospettive di inflazione complessivamente contenute anche nel medio termine, tenuto conto della debolezza generalizzata dell’economia, del grado elevato di capacità inutilizzata e della modesta creazione di moneta e credito”.
Per quanto riguarda il quadro economico, la Bce ha rilevato che nell’ultimo trimestre del 2013 il Prodotto interno lordo dell’Eurozona è cresciuto dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Secondo l’analisi, tra marzo ed aprile l’inflazione è cresciuta dello 0,2%, passando dallo 0,5% allo 0,7%, e continuerà a mantenersi bassa per i prossimi mesi (0,9% alla fine del 2014), aumentando più sostanzialmente nel 2015 (1,5%) e portandosi vicino al 2% entro la fine del 2016 (si stima al 1,7%).
Le stime di crescita per l’anno in corso sono state riviste al rialzo: gli economisti prevedono per l’Eurozona una crescita dell’1,1% per il 2014 (in aumento dello 0,1% rispetto alle stime precedenti), mentre lasciano invariate le stime per il 2015 ed il 2016. Rispettivamente al +1,5% e al +1,7%.
I recenti dati, spiegano ancora dall’Eurotower, e gli indicatori delle ultime indagini congiunturali confermano che la moderata ripresa in atto è proseguita nel primo trimestre del 2014 e all’inizio del secondo. In prospettiva, la domanda interna dovrebbe continuare a essere sostenuta da una serie di fattori, fra cui l’orientamento accomodante della politica monetaria, i continui miglioramenti delle condizioni di finanziamento che si trasmettono all’economia reale, i progressi compiuti sul fronte del risanamento dei conti pubblici e delle riforme strutturali nonché l’evoluzione dei prezzi dell’energia. Al tempo stesso, benché i mercati del lavoro si siano stabilizzati e mostrino i primi segnali di miglioramento, la disoccupazione resta elevata nell’area dell’euro, unitamente a una capacità produttiva inutilizzata che permane nel complesso considerevole. Il tasso di disoccupazione si attesterà all’11,8% (rivista al ribasso dello 0,3%) nel 2014, all’11,5% (al ribasso dello 0,2%) nel 2015 e all’11% nel 2016. Per il 2018 si stima un tasso al 9,5%.