Le università dei Paperoni
L’Istituto di ricerca WealthInsight, in collaborazione con la rivista Spear’s, ha stilato un Rapporto in cui classifica le università che formano più miliardari al mondo. L’indagine condotta su 70mila magnati di 200 Paesi pone ai primi posti, come succede in quasi tutti i ranking riguardanti le virtuosità degli istituti, quelle nord americane e quelle britanniche.
Sul podio troviamo in ordine Harvard, Harvard Business School e Stanford University, al quarto posto segue la University of California, al quinto la Columbia, e al sesto Oxford. Il Mit di Boston occupa il settimo posto mentre all’ottavo si piazza la New York University. Cambridge e University of Pennsylvania chiudono la top ten rispettivamente al nono e decimo gradino.
La prima università italiana a comparire nella classifica è la Bocconi, al 24esimo posto, mentre la Sapienza di Roma occupa il 90esimo. Le posizioni ottenute dagli atenei italiani fanno sì che il nostro Paese occupi il settimo posto nella graduatoria mondiale per la formazione di miliardari: in ordine troviamo, Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Francia, India, Germania, Italia, Cina, Russia e Svezia.
Dall’indagine è inoltre emerso che, mentre in passato i magnati prediligevano indirizzi come legge, economia, commercio, finanza o scienze politiche, oggi la facoltà che va per la maggiore è ingegneria. Tuttavia, spiega WealthInsight nel Rapporto, “molti ingegneri non sono di fatto ingegneri, ma imprenditori”. Del resto, gli imprenditori saliti alla ribalta qualche anno fa, nonostante avessero conseguito lauree in giurisprudenza, hanno poi allargato i propri orizzonti alla finanza. In un mercato sempre più tech come quello di oggi non c’è da stupirsi se a prendere sempre più piede saranno indirizzi come quello informatico o quello dell’ingegneria informatica.