In calo il numero dei laureati in Italia
Mentre tra il 2000 ed il 2003 si registrò un aumento nelle immatricolazioni universitarie del 19%, tra il 2003 ed il 2012 si è invece registrato un calo del 20%, passando dalle 338mila immatricolazioni del 2003 alle 270mila dl 2012. Un dato che cammina di pari passo con il calo demografico registrato per la popolazione dei 19enni italiani. Tra il 1984 ed il 2012 l’Italia ha infatti presentato un calo di 289 mila unità, che in termini di percentuali si traduce in un calo di ben il 40%. Oltre a questo, le motivazioni della contrazione del numero dei laureati risiedono nella “crescente difficoltà di tante famiglie a sostenere i costi dell’istruzione universitaria, della crescente incidenza di figli di immigrati e di una politica del Diritto allo Studio ancora carente”. E’ quanto emerge dal XVI Rapporto di AlmaLaurea.
Nell’analisi si legge che a oggi solo tre diciannovenni su dieci si immatricolano ad un corso di laurea.
“Il basso livello di scolarizzazione – spiega il direttore di AlmaLaurea, Andrea Cammelli, nella sintesi del Rapporto – della società italiana è testimoniato dal ridottissimo numero di laureati nella fascia di età 25-34: 21% in Italia contro il 39% in ambito Ocse. Siamo a fondo scala, ai livelli di Repubblica Ceca e Turchia”.
Una serie di numeri che non fanno che vanificare il tentativo dell’Italia di raggiungere l’obiettivo fissato dalla Commissione europea: 40% di laureati nella popolazione di età 30-34 anni entro il 2020. Solo la Romania è lontana dall’obiettivo quanto il nostro Paese.
Dei 230mila laureati di 64 atenei presi in considerazione dall’indagine, il 58% sono studenti di primo livello, mentre il 39% sono laureati magistrali o a ciclo unico.
Il 55% dei laureati nel 2013 viene da un percorso legato alle scienze umane, il 45% dall’area tecnico scientifica.