Poletti: “Italia diventi Paese delle opportunità”
“Il primo obiettivo che abbiamo è che bisogna muovere questo Paese che è piantato, fermo. L’assemblea delle industrie calzaturiere ha detto che 120 imprese hanno riportato le loro fabbriche in Italia, l’industria ha dato dei segni importanti, questo Paese un pezzo di infrastruttura imprenditoriale ce l’ha. Come governo, però, non vogliamo domani dire: non è colpa nostra, non ce l’hanno fatto fare, è colpa dell’Europa, del sindacato, dell’opposizione. Noi sbaglieremo perché nel fare rapidamente si sbaglia ma dobbiamo incorporare un tasso di rischio più alto per cambiare. Questo rischio dobbiamo prendercelo. Non c’è gioco delle parti, c’è una responsabilità del Governo. C’è un tema generale della rappresentanza in questo paese. La politica ha preso la sua quota, il resto della società prenderà la propria”, così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, intervenendo alla Festa nazionale della Cisl a Firenze.
Parlando poi della riforma della pubblica amministrazione e del dimezzamento dei permessi sindacali il ministro ha spiegato: “L’ho condivisa perché sono componente di questo governo. La logica non può essere la rottamazione sistematica, ma in questo paese qualcosa da rottamare c’è. Sono per prendere il rischio. Nel momento che tiri una riga c’è un’ingiustizia, qualcosa resta dentro e qualcosa fuori. Noi ci prendiamo il rischio perché abbiamo bisogno di prendere decisioni e praticarle. La cosa peggiore sono le zone grigie. Serve un cambio di passo”.
“Noi – ha poi concluso – dobbiamo smettere di essere il Paese delle rendite, piccole e grandi, ed essere il Paese delle opportunità. Questo Paese non ha mai scelto di essere il Paese delle opportunità, ha scelto di tutelare e difendersi e non di rischiare e la comunità deve mettersi al fianco di chi vuol prendersi il rischio. Io lavorerò perché la mia nipotina abbia delle opportunità e saprà giocarsele”.